Viaggio nell'Africa che spera

Gli inviati di Famiglia Cristiana alla verifica degli Obiettivi del Millennio. A che punto è arrivata, rispetto alla scadenza del 2015, la lotta contro la povertà e la fame.

25/08/2010
Bambini di Kibera, alla periferia di Nairobi. L'enorme slum, il più grande della capitale kenyana, conta un milione di abitanti
Bambini di Kibera, alla periferia di Nairobi. L'enorme slum, il più grande della capitale kenyana, conta un milione di abitanti

Nairobi, Kenya

Il punto dieci anni dopo. Era il 2000 quando i Paesi membri dell'Onu presero l'impegno di migliorare la qualità della vita di milioni di individui attraverso il raggiungimento dei cosiddetti “Obiettivi del Millennio”, ossia dei precisi risultati da conseguire entro il 2015.

     Dieci anni sono trascorsi e ne restano soltanto cinque per ottenere, ad esempio, il dimezzamento del numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema (al di sotto del dollaro di reddito al giorno), oppure l'accessibilità per tutti alle cure mediche e ai farmaci, o ancora il diritto a non soffrire la fame, ad avere acqua pulita e potabile, a poter andare a scuola. Il punto sarà fatto a New York, il prossimo 20 settembre, al summit che le Nazioni Unite dedicheranno proprio a verificare i risultati finora raggiunti, le situazioni critiche, i passi che occorre ancora compiere.

     I dati generali, presentati nel dossier preparato dalla Campagna italiana per gli Obiettivi del Millennio, che presto pubblicheremo su FamigliaCristiana.it, mostrano una realtà di luci e ombre, di Paesi che hanno fatto grandi passi verso il raggiungimento degli obiettivi, e di altri che ne sono ancora lontani. Si sa pure che molte delle promesse di sostegno finanziario fatte dai Paesi ricchi sono state disattese, in tutto o in parte, prima fra tutte – purtroppo – l'Italia che, tanto per citare il dato più eclatante, anziché far crescere come promesso l'ammontare dell'aiuto allo sviluppo verso il fatidico 0,7% del Pil, l'ha invece ridotto trovandosi oggi ad essere il Paese che destina meno di ogni altro alla lotta contro fame, povertà e malattie negli Stati più svantaggiati (nel 2010 verserà soltanto lo 0,14%, al posto dello 0,56 previsto).

     Nonostante tutto, vi sono molti fra i Paesi in via di sviluppo che hanno ottenuto risultati confortanti o addirittura insperati, specie in Africa, il Continente di gran lunga con i peggiori indici; specie fra i Paesi più poveri del Continente nero. Ebbene, Famiglia Cristiana, in collaborazione con la Campagna italiana per gli Obiettivi del Millennio, ha deciso di andare a vedere a che punto siamo. Ha scelto tre Paesi africani: Kenya, Ruanda e Uganda. Tre fra le realtà che nel 2000 avevano davanti una strada lunga e difficile da percorrere. Un viaggio che inizia fra le baraccopoli di Nairobi, in questi ultimi giorni d'agosto, per proseguire a Kampala, la capitale ugandese, e poi nel Nord Uganda, a Kalongo e a Lira, due dei luoghi più martoriati dalla guerra civile che ha insanguinato il Paese fino a pochi anni fa.

    L'ultima tappa sarà il Ruanda e la sua capitale, Kigali, ossia il Paese che all'indomani del genocidio del 1994, ripartiva da zero, con un milione di morti e un Paese tutto da ricostruire. Ve ne daremo conto passo passo, nei prossimi giorni.

Luciano Scalettari
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Postato da gezuar il 26/08/2010 11:56

Sarebbe interessante capire anche in quali casi l'Onu dichiara che un obiettivo è stato raggiunto. Esempio: quest'estate sono stato in Zambia e ho scoperto che, per dichiarare raggiunto l'obiettivo riguardante l'alfabetizzazione, lo Stato ha iniziato a creare classi con 140 studenti ciascuna. Risultato: l'insegnante di turno non può far altro che cercare di tener buoni i ragazzi, ma non può certo insegnare alcunché. Ufficialmente, lo Zambia è a buon punto su questo obiettivo del Millennio. Credo sia lecito, dunque, domandarsi quanto siano affidabili questi dati. Grazie per l'attenzione

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