30/07/2010
Il torero spagnolo José Tomas.
L'uomo contro l'animale, l'agilità e i nervi saldi contro la potenza istintiva e la forza della natura. Lo spettacolo della tauromachia, con la sua violenza e la sua carica simbolica, ha affascinato artisti e scrittori, da Pablo Picasso a Ernest Hemingway, che narrò il mito romantico del matador nel romanzo Il sole sorge ancora. Nella lotta per la vita quasi sempre a perdere è il toro.
Ma anche i toreri non hanno vita facile. Almeno una volta l'anno quasi tutti vengono feriti dalle corna dell'animale. Uno, Juan Belmonte, addirittura fu colpito 50 volte. E non sono pochi quelli che, nel corso dei secoli, hanno perso la vita nell'arena. Ma per i tori si tratta di una vera mattanza: più di tremila all'anno vengono abbattuti nelle plazas de toros in Spagna.
Fra i toreri più famosi che, negli ultimi anni, hanno rischiato la vita nell'arena c'è il 33 enne spagnolo José Tomas, una delle grandi star delle corride internazionali, che solo pochi mesi fa è stato colpito dalle cornate di un toro in Messico ed è stato gravemente ferito. Tomas aveva lasciato il palcoscenico dell'arena molto giovane, nel 2002, e solo nel 2007 era tornato ad esibirsi nella tauromachia. E anche la corrida ha i suoi bambini prodigio. A Città del Messico è sceso nell'arena Michel Lagravere, noto come Michelito, un matador franco-messicano di soli 12 anni, che uccide tori da quando ne aveva 11. Durante la corrida è stato colpito dalle corna, ma senza riportare ferite gravi.
E nel corso della storia sono molti i toreri che hanno conquistato l'immaginario popolare, per le loro gesta nell'arena, ma spesso anche per le loro vicende private. Uno fra tutti, il madrileno Luis Miguel Dominguín: amico di Pablo Picasso, è rimasto famoso per la sua storia d'amore con l'attrice Ava Gardner e, in seguito, per il matrimonio con l'attrice italiana Lucia Bosè, dal quale nacque il cantante Miguel Bosè.
a cura di Giulia Cerqueti