21/04/2010
Voglio esprimerle la mia paura per
il “terremoto” della pedofilia che ha
investito la nostra Chiesa. Il cardinale
Bagnasco ha detto: «Nessuna ombra, per
quanto grave, dolorosa, deprecabile, può
annullare il bene compiuto dai sacerdoti».
Però, non c’è nulla di più sacro e inviolabile
della vita di un bambino. Ora posso capire
la giusta indignazione verso certa stampa,
soprattutto straniera, che mira solo a
infangare e delegittimare il Santo Padre,
ma gli abusi ci sono stati. È innegabile. La
pedofilia non è un male che riguarda solo la
Chiesa cattolica, ma essa non può trincerarsi
dietro uno sterile vittimismo. Chieda, prima
di tutto, perdono alle vittime. E poi faccia
pulizia delle “mele marce” al suo interno.
Non possiamo aver paura della verità.
Altrimenti, l’alternativa è affogare nel fango.
Mario
In questi giorni di duri attacchi alla Chiesa,
voglio esprimere la mia solidarietà e stima
a Benedetto XVI, sicuro che le “mele marce”
sono state e saranno allontanate. A tutti
i livelli. Ho 53 anni e da sempre frequento
la Chiesa. Posso affermare che ho conosciuto
tantissimi preti che hanno svolto il loro
ministero con serietà, impegno e rettitudine.
Sempre al servizio del Vangelo e della
comunità: giovani, anziani, famiglie
in difficoltà, immigrati, disadattati, poveri,
emarginati. E sempre con tanto amore.
Ma amore con la “A”
maiuscola.
Santo
Ribadisco: “tolleranza zero” con chi si macchia
di una colpa così infamante nei confronti
dei bambini. Gesù ha usato parole durissime
contro chi reca scandalo ai più piccoli. Però,
la Chiesa non pensa solo a difendersi, agisce
come dovrebbero fare anche altri, perché
la pedofilia tocca tanti ambienti. Benedetto
XVI ha fatto della lotta alle “sporcizie nella
Chiesa” un punto qualificante del suo ministero.
Cinque anni di pontificato a servizio
della verità. Il dramma che la Chiesa sta vivendo
non può far dimenticare il molto bene
che essa fa. Da questo scandalo potrà uscirne
“purificata”.
Dossier a cura di Pino Pignatta