10/06/2010
Molte delle vittime ricordano che nella notte del disastro si sentiva un odore pungente, come di cavolo o di peperoncino.
“Stavo dormendo e mi sono svegliato per l'odore irritante come di chili. Tutti in casa tossivano e si alzavano e iniziavano a chiedersi chi avesse bruciato il peperoncino in casa...”.
Le toccanti testimonianze di quella tragica notte sono raccolte nel libro di Dominique Lapierre e Javier Moro “Mezzanotte e cinque a Bhopal”, mentre le immagini in bianco e nero di Raghu Rai hanno fatto il giro del mondo in una mostra fotografica organizzata da Greenpeace (www.greenpeace.it/bhopal).
Invitati dall'associazione ambientalista e da Amnesty International l'anno scorso sono venuti in Italia dei rappresentanti delle vittime. Lo scopo era attirare l'attenzione pubblica su questa tragedia dimenticata.
“Combattiamo non solo per noi stessi, ma anche perchè non si verifichino altre Bhopal nel mondo” ha detto Rasheeda Bee.
“Una volta, con i bambini in braccio, abbiamo camminato anche per 700 chilometri fino alla capitale, Nuova Delhi, per presentare le nostre richieste. Vogliamo che le vittime ricevano cure mediche adeguate e una compensazione economica dalla Dow Chemicals che, acquisendo la Union Carbide ha ereditato anche le sue responsabilità”.
Dossier a cura di Gabriele Salari