09/06/2010
Una lettura pubblica a Campo de' Fiori, a Roma.
Si svuotano le biblioteche, in libreria si va sempre di meno ma in compenso si riempiono le piazze, i sagrati delle chiese, le dimore storiche. Persino le stazioni ferroviarie. A leggere? No, a declamare i grandi testi della letteratura. Poco importa se siano opere immortali, come la Divina Commedia, o romanzi di denuncia, come Gomorra di Roberto Saviano, o testi sacri, come la Bibbia e i Vangeli.
Qualche settimana fa un’intera città, Firenze, è diventata la scenografia per la quinta edizione di «All’improvviso Dante». Un avverbio stravagante scelto non per indicare qualcosa di improvvisato ma per dire che il passante e il turista distratto diventava spettatore della lettura di uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale. Grazie a cantori non professionisti, tra i quali molti bambini, la Commedia è stata così restituita alla sua dimensione popolare, immediata. Proprio come accadeva ai tempi di Dante. Oltre 860 "cantori" hanno cominciato con il primo canto dell’Inferno lungo i binari della stazione di Santa Maria Novella, poi si sono traferiti in piazza Strozzi e in piazza della Repubblica per il Purgatorio, per finire sul sagrato di Santa Maria del Fiore a recitare al’ultimo canto del Paradiso.
Nelle letture pubbliche no stop, tuttavia,. il primato spetta certamente ai testi sacri. Due anni fa, la «Bibbia giorno e notte», una maratona lunga sette giorni in diretta Rai coinvolse anche Papa Benedetto XVI, oltre a moltissima gente comune.
«Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave», questo l’incipit del best seller Gomorra recitato in molte piazze per dire no a tutte le mafie. Da Genova a Roma, da Milano a Torino fino a Cosenza, Verbania e Napoli, il libro di Saviano è uno dei libri più letti in pubblico negli ultimi anni.
Non solo poesia e romanzi, però. Anche gli articoli della Costituzione italiana vengono letti collettivamente in pubblico come è successo di recente ad Aosta e in altre città per festeggiare il 25 Aprile. Insomma, siamo diventati un popolo di aedi che al confronto Omero sembra quasi un dilettante.
Ma chi ascolta un libro poi lo compra a leggerlo? Difficile rispondere. Statistiche ufficiali non ce ne sono, ma secondo gli ultimi dati Istat relativi al 2009 quanto a lettura non siamo messi benissimo. I lettori di un libro non scolastico l’anno scorso in Italia sono stati meno della metà (45,1%) della popolazione sopra i sei anni. Di questi il 20% ha letto da uno a tre libri, il 17,9 da quattro a undici, soltanto il 6,9 dodici o più libri l’anno.
Il lettore-tipo del primo decennio del nuovo millennio, sottolinea l’Istat, è donna (legge il 51,6% rispetto al 38,2% degli uomini), giovane (legge oltre il 50% nella fascia 6-24 anni, il 64,7% tra gli 11-14 anni), vive al nord (più del 51,8% rispetto al 34,6% del Mezzogiorno) e ha un alto titolo di studio (laureati oltre il 79,5%) o un’elevata posizione sociale.
Dossier a cura di Antonio Sanfrancesco