Dossier luna, lo stop di Obama

Il presidente degli Stati Uniti dà l'addio ai sogni spaziali, almeno nell'immediato.

Stati Uniti e Urss, battaglia nello spazio

15/04/2010
I primi passi di Niels Armstrong (in primo piano) sulla Luna il 20 luglio 1969. Più vicino all'Apollo 11, Edwin E. Aldrin.
I primi passi di Niels Armstrong (in primo piano) sulla Luna il 20 luglio 1969. Più vicino all'Apollo 11, Edwin E. Aldrin.

L'esplorazione dello spazio da parte degli Stati Uniti è un'attività figlia della Guerra Fredda. I programmi spaziali furono infatti stimolati e accelerati dalla competizione con l'Unione Sovietica, allora grande rivale degli Usa sullo scacchiere mondiale. Quando il 4 ottobre 1957 l'Urss lanciò nello spazio il satellite artificiale Sputnik 1 per gli americani fu uno smacco. Pensavano di arrivare prima loro, ma furono battuti. E il 3 novembre di quello stesso anno i sovietici mandarono in orbita un altro Sputnik. Questa volta c'era a bordo la cagnetta Laika, primo essere vivente nello spazio.

Gli Stati Uniti non restarono a guardare. Il 29 luglio 1958 fu fondata la Nasa, l'agenzia governativa civile incaricata di gestire l'esplorazione dello spazio. Il primo programma della Nasa si chiamò Mercury. Il primo americano a volare nello spazio fu l'astronauta Alan Shepard. Il primo, invece, a compiere un' intera orbita intorno alla Terra fu John Glenn, il 20 febbraio 1962. Confortati da questi riusultati, gli americani si lanciarono in un programma più ambizioso: portare l'uomo  sulla Luna e poi farlo ritornare sulla Terra sano e salvo. Il programma fu fortemente voluto e finanziato dal presidente John Kennedy.

Erano gli anni di “nuove frontiere” e anche lo spazio diventava una frontiera capace di ispirare i sogni del popolo americano. Furono così lanciati i programmi Apollo e Gemini. Il programma partì male con un incidente che uccise i tre astronauti della missione Apollo 1. Ma dopo questo passo falso le missioni successive portarono al grande evento del 20 luglio 1969: lo sbarco di una navicella sulla Luna e il piede di un uomo, Neil Armstrong, sul suolo lunare.

E' curioso notare che fra i documenti ufficiali della Casa Bianca è conservato il discorso che avrebbe dovuto rivolgere alla nazione il presidente Nixon in caso di catastrofe. Il testo, datato 18 luglio 1969, redatto dal ghost writer William Safire, comincia così: “Il destino ha voluto che gli uomini mandati sulla Luna per esplorare in pace debbano restare sulla Luna per riposare in pace”. Per fortuna il discorso rimase nel cassetto e dopo Armstrong altri dieci astronauti misero piede sul nostro satellite. Il programma Apollo fu abbandonato nel 1972, poi ci furono le missioni dello Shuttle, turbate da due incidenti nel 1986 e nel 2003.
                                                                                    
                                                                                      Roberto Zichittella

a cura di Pino Pignatta
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