24/07/2011
Il territorio di Napoli non ha spazi, e tutti quelli disponibili sono
già stati utilizzati. Il sito della discarica va pertanto
necessariamente ubicato in Regione ma in altra provincia. Deve essere
assunta una decisione forte ed inequivocabile e selezionato un
progettista, di chiara fama, che rediga il miglior progetto esecutivo in
funzione del sito scelto. La realizzazione della discarica dovrebbe
opportunamente essere affidata ad un battaglione del genio onde evitare
lungaggini per il bando di gara, conseguire risparmi e limitare i tempi
di esecuzione.
Ho sperimentato l’efficacia di tale soluzione in Sicilia
quando feci realizzare la condotta di adduzione della diga di Rosamarina
ad un battaglione del genio portando finalmente l’acqua a Palermo. Si
può ragionevolmente prevedere che così facendo la discarica possa essere
disponibile a fine 2012. La discarica è comunque necessaria, quale che
sia il livello di raccolta differenziata raggiunto. Durerà tanto più a
lungo quanto maggiore sarà la raccolta differenzaiata e virtuoso il ciclo dei rifiuti.
E’
necessario, poi, costruire una altro termovalorizzatore di potenzialità pari a
circa 400 tonnellate annue. Mi risulta che già da tempo è previsto ed è stato
individuato il sito, Napoli Est. La costruzione di tale impianto
richiede tempi più lunghi rispetto agli altri. La progettazione, la
predisposizione del bando di gara e l’espletamento della stessa
richiedono almeno tre anni. Dunque, se si procede con immediatezza,
l’affidamento dei lavori non potrà avvenire prima di fine 2013.
Considerando all’incirca 5 anni per il completamento , la fase di
collaudo e l’avvio, l’impianto potrà ragionevolmente ritenersi fruibile
non prima del 2019. Il termovalorizzatore è comunque necessario, quale
che sia il livello di raccolta differenziata raggiunto. Ricordiamo che
abbiamo anche milioni di “ecoballe” stoccate da incenerire!
Come
soddisfare le esigenze fino al 2012? La produzione dei rifiuti per
Napoli e dintorni è di 1.700.000 tonnellate annue; se la raccvolta differenzaiata raggiungesse
valori prossimi al 30 per cento i rifiuti indifferenziati ammonterebbero a circa
1.200.000 tonnellate all'anno. Il termovalorizzatore di Acerra, se utilizzato in
via esclusiva per Napoli, può smaltire circa 600 tonnellate annue; le
esistenti discariche limitrofe, con opportuni lavori di ampliamento,
dovrebbero ospitare ulteriori 600.000 tonnellate (mi risulta disponibile, se
pur in percentuale limitata ancora una certa capienza).
Sarà necessario
avere in questa fase la “solidarietà” delle altre Province e delle altre
Regioni; e sono certo che, se la Regione Campania presenterà un piano
affidabile e ragionevole ed avvierà immediatamente la costruzione dei
propri impianti nelle proprie aree, la solidarietà, per tutto il 2011,
non verrà a mancare; e non posso certo immaginare che qualche esponente
di Governo cerchi di inibire tale nobile sentimento senza il quale
non avremmo mai superato le nostre peggiori calamità!
Quanto costa tutto
ciò? Ho fatto due conti. Per gli impianti di compostaggio circa 40
milioni di euro. Per l’ampliamento delle discariche esistenti circa 3
milioni di euro. Per la discarica di nuova realizzazione dai 4 agli 8
milioni di euro. I costi tecnici di progettazione, direzione lavori,
collaudo, predisposizione dei bandi, gare e varie possibili altre spese
…altri…. 9 milioni di euro. Totale 60 milioni di euro. A questi vanno
aggiunti 200 milioni di Euro per il termovalorizzatore da spendere
nell’arco di 8 anni da oggi al 2019 e, dunque, in misura di 25 milioni
di euro l’anno. Servirebbero pertanto oggi, disponibili ed accreditati
in Banca d’Italia, 60 milioni di euro più 25 milioni per i lavori del
termovalorizzatore nel primo anno, con garanzie concrete di successivi
accreditamenti dei 25 milioni l’anno fino al 2019. In tutto 85 milioni
di euro che, nell’odierna situazione finanziaria, sembrano tanti.
Per
rendermi conto ho fatto un paragone con i costi dell’”emergenza rifiuti”
degli ultimi 14 anni. Complessivamente sembra siano stati spesi dai 2
ai 4 miliardi di euro. Possibile? Ho controllato le fonti ufficiali. I
costi per il mantenimento delle sole strutture commissariali sono via
via lievitati nel tempo fino a raggiungere, negli ultimi due anni di
commissariamento, cifre dell’ordine di 50 milioni di euro all'anno; i
costi (ufficiali) di trasporto e di conferimento necessari per smaltire
fuori Regione i rifiuti trattati negli impianti di CDR ammontano a circa
48 milioni di euro all’anno; a questi vanno aggiunti i maggiori costi
di trasferenza e trasporto in discarica sostenuti nei periodi di “fermo”
degli impianti di CDR (+40 per cento circa), i costi di allestimento di siti di
stoccaggio provvisori e di successiva bonifica ambientale, i costi di
gestione dei siti di stoccaggio delle “eco-balle” e quelli per il
conferimento autonomo in impianti privati di compostaggio, per non dire
dei costi igienico-sanitari, ambientali e di tutela dell’ordine pubblico
in generale, gli studi, le consulenze e quant’altro ancora…
Si, è
possibile. Ed allora i miei 85 milioni di euro mi sono sembrati pochi,
troppo pochi se rapportati a tutti quei miliardi già spesi; forse ero
stato un po’ troppo “tirato” come dicono i miei collaboratori quando
parlo di soldi pubblici. E per ciò ho chiesto il parere di una delle
persone più autorevoli e di riconosciuta competenza in campo ambientale,
l’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi, il quale ci ha pensato un
pochino e poi mi ha detto” … forse possiamo farcela pure con qualche
euro di meno…”. L’emergenza rifiuti fino ad oggi non ha risolto il
problema… di certo però ha risolto i problemi di molti.
Roberto Jucci