15/06/2010
Un panorama nella Valle di Ferghana.
La valle di Fergana è da sempre croce e delizia del Kirghizistan e, in genere, dell'Asia Centrale ex sovietica. In una regione generalmente secca quando non arida, la valle è verde, fertile e irrigata dal fiume Syr Darya. Per questo ha sempre attirato le più diverse popolazioni, per questo fin dall'antichità è stata il cuore pulsante dell'Asia Centrale, per questo sono nati qui, nel corso dei secoli, mercati, centri commerciali, moschee, scuole religiose.
Proprio nella valle di Fergana, a partire dal VII secolo, si è sviluppato l'islam centro-asiatico, innervato sì dal Corano ma arricchito dalle tradizioni sciamaniche della Siberia e moderato dai culti (buddismo, taosimo, zoroastrismo, anche ebraismo e cristianesimo) che "viaggiavano" lungo le piste poi chiamate Via della Seta. Una specie di riserva naturale religiosa che il potere sovietico da un lato represse ma, dall'altro, preservò intatta rispetto alle correnti più estremiste del pensiero islamico moderno. Il fondamentalismo è arrivato qui dopo il crollo dell'Urss, grazie ai finanziamenti con cui sauditi e pachistani (allora alleati degli Usa nella guerra contro i talebani del'Afghanistan) hanno costruito centinaia di moschee e scuole coraniche.
Sempre negli stessi anni, le secolari tradizioni della regione, che prevedevano anche il fumo di erbe stupefacenti, unite alla fertilità della Valle e agli investimenti della criminalità organizzata, hanno sviluppato un redditizio commercio di droga. In parte coltivata in loco, sfruttando le favorevoli condizioni climatiche, in parte importata da Afghanistan e Tagikistan per essere raffinata e poi rivenduta nel più ricco mercato della Russia.