L'Inghilterra volta pagina (forse).

Con David Cameron un conservatore torna a Downing Street. Ecco chi è l'uomo destinato a guidare il Regno di Sua Maestà.

David, il conservatore che non t'aspetti

08/05/2010

Studi superiori a Eton, la stessa prestigiosa scuola privata dove sono passati i principi William e Harry,  e laurea a Oxford, altro simbolo dell’elitarismo "british". Eppure, nonostante il suo passato faccia pensare il contrario, David Cameron si è sempre rifiutato di lasciarsi ingabbiare nell’immaginario del tipico tory un po’ snob e molto tradizionalista.
Anche a costo di attirarsi critiche dall’interno, cioè dallo zoccolo duro del suo stesso partito, il 43enne leader dei conservatori britannici ha lavorato sodo per crearsi un’immagine più moderna, aperta, al passo con  i tempi e per svecchiare il partito.

Cameron e sua moglie Samantha, sposati dal 1996, hanno vissuto un profondo dramma familiare: il primo figlio, Ivan, nacque affetto da epilessia e paralisi cerebrale ed è morto nel 2009, a soli sei anni. Un dolore che, probabilmente, ha contribuito a rendere Cameron ancora più “umano”, più vicino alla gente comune. Dopo Ivan, sono nati altri due figli, Nancy, nel 2004, e Arthur, che ha quattro anni. E adesso Samantha, 38 anni, è in attesa di un altro bambino: il lieto evento è previsto per settembre. Manager di successo - è direttore creativo di un'importante azienda che produce borse e accessori da viaggio - Samantha è sempre stata molto presente nella carriera politica del marito e, negli ultimi mesi, nella sua campagna elettorale, mostrando il volto più familiare, tranquillo e rassicurante di madre e moglie devota.

Sensibile ai problemi dell’ambiente, Cameron non ha mai avuto remore a parlare di ecologia – tema tradizionalmente più caro al Labour  -, si è fatto notare (soprattutto dai fotografi) per l’abitudine di spostarsi dalla sua casa londinese a Notting Hill fino al Parlamento in bicicletta, e si è ritagliato addosso un look molto casual – maniche di camicia e niente cravatta - abbandonando il vecchio stile ingessato. Politicamente rimane un euroscettico, ma nel partito ha dato largo spazio alle donne e a candidati appartenenti alle minoranze etniche smussando le derive più xenofobe e ha privilegiato un taglio sociale. Ha migliorato, inoltre, la sua capacità di comunicare puntando su messaggi che magari non brillano per eloquenza ma sono efficaci in quanto a chiarezza; e ai suoi sostenitori  ha chiesto di essere chiamato, senza fronzoli e molto semplicemente, “Dave”.

Giulia Cerqueti

a cura di Francesco Anfossi e Giulia Cerqueti
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