Europei, la Polonia ha già fatto gol

In un'Europa segnata dalla crisi economica, un solo Paese continua a segnare una crescita del 3%: la Polonia.

Polonia, la svolta europeista

25/05/2012
Bronislaw Komorowski, presidente della Polonia (foto Reuters).
Bronislaw Komorowski, presidente della Polonia (foto Reuters).

Negli otto anni di piena appartenenza all'Unione Europea non è cambiato solo il volto economico della Polonia. Si è passati dal nazionalismo dei gemelli Kaczynski al sostegno di Bruxelles, all'obiettivo di contare di più.

L'esordio effettivamente non è stato dei migliori. Solo un anno dopo l'ingresso, la Polonia ha affidato ai nazionalisti gemelli Kaczynski la leadership del Paese: Jaroslaw premier e Lech presidente. Bruxelles si è ritrovata a fare i conti con il più grande degli ultimi Paesi entrati in posizione decisamente antieuropeista. Poi nel 2007 c'è stata la crisi politica che ha portato al governo il liberale Donald Tusk. I rapporti con Bruxelles, però, risentivano comunque del veto del Presidente, che in Polonia è determinante.

Ad aprile 2010 c'è stata la tragedia aerea in cui hanno perso la vita Lech Kaczynski e altre 96 persone in viaggio per partecipare alla commemorazione in Russia per le vittime dell'eccidio di Katyn in cui 22 mila soldati polacchi sono stati uccisi durante la Seconda guerra mondiale. L'aereo è precipitato nella Russia occidentale e nello schianto è stata decapitata la leadership del Paese: oltre a Kaczynski e sua moglie Maria, sono morti diversi ministri, il governatore della Banca centrale, il capo di Stato maggiore dell'Esercito.

I poteri sono stati assunti dal presidente della Camera, Bronislaw Komorowski, che poi a luglio è stato eletto presidente. Da allora governa la Polonia un tandem liberale, quello appunto Tusk-Komorowski.

La Nazionale polacca (foto Reuters).
La Nazionale polacca (foto Reuters).

La svolta europeista è innegabile ma a ben guardare Varsavia sollecita Bruxelles su tematiche importanti e scottanti, come la discussa Politica Agricola Comune, che raccoglie oltre il 30% dei fondi dell'Unione. E' un punto fermo difeso a spada tratta da Parigi. Varsavia chiede efficienza. Il ministro dell'Agricoltura polacca, Marek Sawicki, ci ha gentilmente ricevuto per una dichiarazione precisa e secca: “La Pac è stata creata in una situazione molto diversa. Ora paghiamo una struttura con criteri vecchi e troppa burocrazia. Dobbiamo riformare davvero e non solo fare finta”. A Bruxelles Varsavia lavora passo dopo passo per contribuire a un ripensamento serio della Pac. Chissà fino a quando la Francia potrà permettersi di essere determinante in materia.

Quando la Polonia è entrata in Europa c'era chi gridava al rischio di un'invasione da parte di mano d'opera dall'Est: si è parlato tanto del simbolico “idraulico polacco” che avrebbe tolto lavoro. L'invasione negli anni seguenti all'ingresso non c'è stata, mentre il Paese si è trasformato. Non è stata l'unica situazione in cui mentre ancora Bruxelles discuteva di problematiche già viste il panorama delle emergenze e delle opportunità cambiava.

Fausta Speranza
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