Migranti, l'umanità in viaggio

Oggi si celebra la Giornata mondiale del migrante: i dati dell'immigrazione in Italia, che è ancora terra di approdi, e quelli dell'emigrazione, dall'Italia e dall'Europa.

L'Italia, terra di approdi

15/01/2012
Immigrate con il permesso di soggiorno (copertina e questa foto: Ansa).
Immigrate con il permesso di soggiorno (copertina e questa foto: Ansa).

L’Italia da Paese di emigrazione interna e verso l’esterno, in Europa e nel mondo, è diventato negli ultimi 25 anni anche Paese di immigrazione. L’immigrazione sta cambiando l’Italia, strutturalmente. La stima di oltre cinque milioni di persone - metà dei quali provenienti da 40 Paesi dell’orbita europea (53,4%), e l’altra metà dall’Africa (21,6%), dall’Asia (16,8%), dall’America (8,1) e solo pochissimi dall’Australia (0,1%) -, ha fatto ormai diventare l’Italia uno dei Paesi europei e del mondo a più forte pressione migratoria.

La crisi economica negli ultimi anni ha rallentato, ma non ha fermato l’immigrazione in Italia. La mobilità, che sta cambiando i luoghi quotidiani della nostra vita - famiglia, lavoro, scuola -, trasforma profondamente anche la vita religiosa e le relazioni ecclesiali. Al 31 dicembre 2010, tra i 4.570.317 stranieri residenti in Italia vi erano 2.465.000 cristiani (53,9%), 1.505.000 musulmani (32,9%), 120.000 induisti (2,6%), 89.000 buddhisti (1,9%), 61.000 fedeli di altre religioni orientali (1,3%), 46.000 che fanno riferimento alle religioni tradizionali, per lo più dell’Africa (1,0%), 7.000 ebrei (0,1%) e 83.000 (1,8%) appartenenti ad altre religioni. 196.000 immigrati (4,3%) si dichiarano atei o non religiosi, in prevalenza provenienti dall’Europa e dall’Asia (dalla Cina in particolare).

I numeri delle diverse confessioni cristiane sono così suddivisi: 1.405.000 ortodossi, 876.000 cattolici, 204.000 protestanti e 33.000 che fanno parte di altre comunità cristiane. Nel 2010, rispetto all’anno precedente, i cristiani sono aumentati di 4 punti percentuali, i musulmani dello 0,9% e i fedeli di religione orientale appena dello 0,4%. Se guardassimo da dove provengono i nuovi fedeli in Italia troveremmo la seguente suddivisione: gli ortodossi provengono soprattutto da Romania 841.000, Ucraina 168.000, Moldavia 122.000, Macedonia 49.000 e Albania 42.000.

I cattolici sono originari delle Filippine 109.000, Polonia 105.000, Ecuador 84.000, Perù 80.000, Albania 77.000, Romania 71.000, Macedonia 49.000, Albania 42.000, Brasile 34.000, Francia 25.000 e circa 20.000 per Rep. Dominicana, Croazia e Colombia. Dei cristiani riformati appartengono alla Romania oltre 50.000, Germania e Regno Unito 15.000, Ghana, Nigeria e Perù 10.000, Filippine e Brasile 7.000.

I musulmani sono soprattutto originari del Marocco 448.000, Albania 364.00, Tunisia 106.000, Senegal 75.000, Pakistan 73.000, Bangladesh 71.000, Macedonia 30.000, Algeria 25.000, Kosovo 21.000. Gli induisti e gli appartenenti alle religioni orientali provengono soprattutto dall’India e dalla Cina.

E’ un mondo cristiano e religioso straordinario, che chiede un dialogo ecumenico e religioso rinnovato nella quotidianità, costruito su esperienze di studio, di ricerca, di incontro e di dialogo con i nostri "fratelli", come ha invitato a fare il Concilio Vaticano II (pensiamo all’attualità di documenti conciliari come Unitatis redintegratio, Nostra Aetate). La coniugazione di Migrazioni e Nuova Evangelizzazione, che Benedetto XVI ha voluto approfondire nel messaggio per la 98a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2012, che celebriamo in tutte le parrocchie italiane il 15 gennaio, regala una chiave interpretativa della nostra vita di fede oggi, ma anche invita a costruire una "Chiesa di Chiese", un’esperienza ecclesiale ricca del valore della differenza e della diversità.

monsignor Giancarlo Perego
(direttore generale della Fondazione Migrantes)

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