Corea del Nord, un popolo affamato

Parlano i dissidenti nordcoreani: «L'80% dei nostri connazionali ha fame. Gli altri sono i privilegiati, politici e militari, ma di recente anche nell'esercito hanno tagliato i pasti».

Si spegne un dittatore sanguinario

21/12/2011

Kim Jong-il, il leader di una delle più bizzarre e crudeli dittature comuniste del mondo, è morto per un attacco al cuore all’età di 69 anni. La televisione della Corea del Nord, che ha dato piangente l’annuncio della sua morte, ha già affermato che tutto il popolo coreano seguirà il nuovo leader Kim Jong-un, terzogenito del defunto, famoso per il suo carattere senza scrupoli e per la voglia di mostrare il potere militare e nucleare del suo Paese.



Il drammatico annuncio della morte di Kim Jong-il alla Tv di Stato della Corea del Nord, con la giornalista in lacrime:



Corea del Sud e Giappone hanno convocato i rispettivi Consigli di sicurezza per affrontare la situazione. L’esercito di Seoul è in allerta di emergenza. 
Secondo l’agenzia statale coreana, la Kcna, Kim Jong-il è morto due giorni fa, durante un suo viaggio in treno, verso le 8.30 del mattino per “un infarto del miocardio, complicato da gravi colpi al cuore”. Anche suo padre, Kim Il-sung era morto di infarto nel 1994.

La salute del “caro leader” era peggiorata dopo che nel 2008 aveva subito un ictus
. La sua salma sarà posta nel Memoriale Kumsusan, dove giace anche il corpo imbalsamato di suo padre. Secondo le informazioni ufficiali i funerali si terranno il 28 dicembre e non si accetterà la presenza di delegazioni straniere. Fino ad allora è stato dichiarato un periodo di lutto nazionale. Kim Jong-un, già oggi definito ufficialmente “il grande successore”, è stato nominato primo nella lista della Commissione statale responsabile del funerale.La morte di Kim Jong-il avviene in un momento di tensione fra le due Coree. In passato, nel 2000 e nel 2007 vi sono stati incontri con i presidenti del Sud, nel tentativo di bloccare lo sviluppo nucleare e gli esperimenti missilistici del Nord, in cambio di aiuti per il Paese impoverito da alluvioni, siccità e una disastrosa economia agricola. 

Nel 2008, l’attuale presidente del Sud, Lee Myung-bak, ha bloccato gli aiuti esigendo uno stop reale ai programmi nucleari del Nord. Nel marzo 2010, pochi mesi dopo la promozione di Kim Jong-un al comando militare, la corvetta militare della Corea del Sud, la Cheonan, è stata affondata provocando la morte di 46 marinai. Nel novembre 2010 il Nord ha bombardato un’isola sul confine fra le due Coree, ferendo decine di civili e causando la morte di un militare. Considerata un tempo il fiore all’occhiello della costellazione sovietica, la Corea del Nord è divenuta un Paese che affonda nella povertà. Dopo la caduta del Muro di Berlino, la Russia non ha più aiutato la sua economia; anche la Cina ha cercato di staccarsi da amici troppo volubili, pur mantenendo i rapporti. Mentre il Paese mostra i suoi muscoli con enormi parate militari ed esperimenti nucleari, la popolazione soffre per mancanza di cibo e del necessario per vivere. Si calcola che quasi due milioni di nordcoreani siano morti per fame. Ancora oggi la situazione è di vera emergenza. 

Sul lato dei diritti umani, la Corea del Nord si è sempre distinta per una repressione a tutto campo di ogni dissenso o critica ai leader. Nessuna religione è permessa se non l’adorazione del “padre della nazione”, Kim Il-sung, e del suo figlio Kim Jong-il. Nonostante ciò, nei mesi scorsi, per la prima volta, vi sono state manifestazioni di critica, spinte proprio dalla miseria e dalla paura che salisse al trono Kim Jong-un, da tutti conosciuto come un sanguinario senza scrupoli.

(fonte: agenzia Asianews)

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