22/03/2012
(Corbis)
Secondo le stime dell’Oms, 4 miliardi di esseri umani ognianno sono colpiti da diarrea e 2 milioni e 200.000 muoionoproprio a causa dell’acqua non potabile; il 10 per cento dellapopolazione dei Paesi in via di sviluppo deve fare i conti coni vermi intestinali; ogni anno 6 milioni di persone, infettatedal tracoma, perdono la vista, mentre il colera ha provocatooltre novanta epidemie a partire dal 1996.Cifre assurde che rimandano alla dura realtà di Paesi poverie lontani, con i loro drammi che apparentemente non ci riguardanoda vicino.
Ma le centinaia di migliaia di profughi che arrivanosu imbarcazioni di fortuna sulle nostre coste in realtàfuggono più dalla sete che dalla povertà. Già oggi 67 milioni dipersone nel Nord Africa e 145 milioni nel Sahel sono minacciatedalla desertificazione: più di 200 milioni di esseri umani nonhanno altra scelta che spostarsi verso le città della costa che,non potendo accoglierli, li spingono ancora più lontano. E nel2025 il numero dei profughi ambientali potrebbe quadruplicare.Una pressione che diventerebbe spaventosa anche nel bacinodel Mediterraneo, trasformato in una linea di faglia demograficae ambientale; e mentre nel Nord del mondo ladisponibilità di acqua è destinata a crescere (si potrebbe arrivarea 2000 metri cubi all’anno per abitante, molto più del fabbisogno),nell’area mediterranea si dimezzerà.
Giuseppe Altamore