Ai Weiwei, la Cina e il dissenso

E' stato liberato Ai Weiwei, grande artista cinese e leader in patria del dissenso. La repressione della democrazia e le retate contro i blogger.

L'artista che credeva nella Cina

22/06/2011
Una delle tante manifestazioni di sostegno ad Ai Weiwei nelle settimane della sua prigionia.
Una delle tante manifestazioni di sostegno ad Ai Weiwei nelle settimane della sua prigionia.

Parigi, aprile 2008. Nel bel mezzo di rue de Rivoli assediata dai manifestanti per i diritti umani,  un diplomatico cinese scende infuriato dalla sua auto blu brandendo il cellulare e agitandolo da ogni lato. La piazza dell'Hotel de Ville é occupata da migliaia di persone accorse a protestare contro la decisione del Comitato olimpico di assegnare i Giochi alla Cina. Il passaggio della fiaccola nella capitale francese é ostacolato in ogni sua tappa. Il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe, chiude le porte dell'Hotel de Ville alla delegazione cinese, affermando che "non sono i benvenuti". 

     Alla fine però, nonostante le proteste organizzate in ogni città scelta per il passaggio della più contestata fra le fiaccole olimpiche, i Giochi si fecero ugualmente. Tutto ebbe regolarmente il suo corso.  Dei Giochi Olimpici del 2008, tutti noi forse ricordiamo una cosa in particolare: il sorriso scanzonato del giamaicano Usain Bolt, dopo l'exploit incredibile nei 100 metri, sullo sfondo dello spettacolare stadio a nido d'uccello di Pechino.

     Se il mondo protestava, qualcuno, a quella Cina credeva ancora. Qualcuno come Ai Weiwei. Nel 2002 il Governo aveva invitato architetti provenienti da tutto il mondo a partecipare a un concorso di design. in ballo c'era il progetto del nuovo stadio destinato ai Giochi Olimpici assegnati a Pechino per il 2008. A vincere il concorso, fu appunto lo stadio a nido d'uccello, progettato dalla società svizzera di architettura Herzog & De Meuron, di cui Ai Weiwei era consigliere artistico.

     Un progetto grandioso: lo stadio di 91.000 posti occupa 258.000 metri quadrati di superficie e per costruirlo sono stati necessarie 420.000 tonnellate di acciaio. La struttura é assolutamente avveniristica. D'altra parte spesso, i fan di Weiwei, giocando col suo nome lo chiamano "Al Weilai" cioè "colui che ama il futuro". Dal movimento avanguardista delle Stelle, alla costruzione del suo celebre atelier di "Fake design" a Shangai, demolito all'inizio di quest'anno per volere delle autorità governative, Ai Weiwei ha sempre guardato con un occhio visionario e ottimista al domani. 

     Ma dal 4 aprile, giorno del suo arresto, le T-shirt che Reporters Sans Frontieres fece distribuire ai manifestanti in quei giorni tumultuosi dell'aprile 2008, con su stampate delle manette a sostituire i cerchi olimpici, prendono il significato di un brutto presagio.

Eva Morletto
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