L'Africa dove curarsi è un privilegio
Siamo stati con alcuni medici in Sud Sudan per raccontare il dramma della popolazione: sistema sanitario fermo all'anno zero e il più elevato tasso al mondo di vittime da parto.
Siamo stati in Sud Sudan a Yrol, Bunagok, Rumbek, anche nella futura capitale Juba. Siamo andati a vedere com’è questo pezzo di Sudan, che l’anno prossimo diventerà con ogni probabilità il 57° Stato africano. L’abbiamo fatto viaggiando insieme ad alcuni medici – Enzo Pisani, Ottavia Minervini, Lorenzo Mecocci di Medici con l’Africa-Cuamm di Padova; Pino Meo e Silvio Galvagno del Comitato di Collaborazione Medica di Torino – per toccare con mano uno dei problemi più drammatici che vive la popolazione del Sud Sudan: un sistema sanitario all’anno zero, sia per l’atavica “dimenticanza” del Nord Sudan nei confronti delle regioni meridionali del Paese, sia per i 22 anni di guerra (conclusasi nel 2005) che ha distrutto anche quel poco che c’era. Quello che emerge è che in questo pezzo d’Africa, ancor più che in tante altre parti del Continente, la visita di un medico o i più semplici farmaci da tempo non sono più un diritto, ma quasi un privilegio. Per molti anni, i sudsudanesi hanno semplicemente dovuto rinunciare all’idea di potersi curare (a cura di Alessandro Rocca e Luciano Scalettari).