22/04/2012
Un querceto.
I nostri boschi, come contenitori
naturali di carbonio, svolgono un ruolo fondamentale nel raggiungimento
dell’obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto.
Il Protocollo di
Kyoto ha iniziato la sua attività operativa il 1 gennaio 2008 e
terminerà il primo periodo d’impegno il 31 dicembre 2012. Attualmente
l’Italia è vicina al raggiungimento dell’obiettivo fissato dagli accordi
internazionali, in quanto si è avuta una riduzione delle emissioni
totali dei gas serra del 5,4 %, a fronte di un impegno pari al 6,5%.
Un obiettivo che sarà possibile raggiungere (oltre che per via della
crisi economica) anche grazie alle foreste che assumono in questo
contesto un’importanza non solo ecologica ma anche economica.
La
componente di carbonio forestale calcolata dal Protocollo di Kyoto,
infatti, è quantificata in circa 1-1,5 miliardi di euro per il periodo
2008-2012, che l’Italia risparmierà evitando le possibili sanzioni
dovute al mancato raggiungimento dell’obiettivo fissato. Il ministro
dell'Ambiente, Corrado Clini, ha presentato al Cipe (Comitato
interministeriale per la programmazione economica) il piano per la
riduzione delle emissioni al 2020 per l'Italia, e lo ha illustrato
nel corso della riunione del Mef a Roma, il Major Economies Forum che
riunisce i delegati di 18 paesi per parlare di questioni ambientali.
“Il piano contiene misure strutturali e infrastrutturali che dovrebbero
consentire alla nostra economia di ridurre ulteriormente quello che
viene chiamato il contenuto di carbonio, cioè ridurre le emissioni,
tenendo conto che a livello europeo stiamo convergendo verso una
strategia di lungo termine che prevede che una riduzione delle emissioni
nel 2020 del 25%, entro il 2030 del 40%, obiettivi che si sposano con
l’innovazione tecnologica”, ha detto il ministro Clini.
Tra le
iniziative previste l'istituzione di un catalogo di tecnologie, sistemi e
prodotti per decarbonizzare l'economia italiana; l'introduzione della
carbon tax (risorse a potenziamento del Fondo per Kyoto); l'efficienza
energetico, la generazione distribuita e lo sviluppo di reti
intelligenti per smart cities; l'ecoedilizia e l'estensione fino al
2020 del credito di imposta (55%) per investimenti a bassa CO2 in
economia; infine la gestione del patrimonio forestale sia come serbatoi
di cattura della CO2 sia per la produzione di biomassa e
biocombustibili.
“In questo modo mettiamo l'economia europea in grado
di competere con quella degli Stati Uniti, dell'India, della Cina e del
Brasile, che stanno investendo tantissimo nelle nuove tecnologie a basso
contenuto di carbonio” ha concluso Clini.
Gabriele Salari