Gioventù bruciata

Anche se in lieve flessione, i dati sulla disoccupazione giovanile restano drammatici: 37,8 per cento, quasi un ragazzo su quattro.

Europa, la "tragedia" dei disoccupati

02/04/2013
Un giovane italiano osserva le offerte di lavoro (Reuters).
Un giovane italiano osserva le offerte di lavoro (Reuters).

"Una tragedia". Non ci sono mezze misure nel commento che Laszlo Andor, ungherese, commissario europeo al Lavoro, ha rilasciato sui dati diffusi da Eurostat, l'ente statistico dell'Unione Europea. La tragedia in questione è quella dei disoccupati, che nell'area euro (17 Paesi sui 27 dell'Unione) restano inchiodati al 12%, record assoluto da quando esiste la Ue. Alla fine di marzo 2013, nell'area euro ci sono 33 mila disoccupati in più rispetto a gennaio 2013; peggio è andata all'Unione Europea nel suo complesso (27 Paesi), visto che i disoccupati nello stesso periodo sono cresciuti di 76 mila unità, arrivando a un totale di oltre 19 milioni.

In un quadro tanto scuro, però, non tutte le tinte sono uguali. I Paesi dell'Europa centrale godono di livelli di disoccupazione relativamente bassi: 4,8% in Austria, 5,4% in Germania, 5,5% in Lussemburgo, 6,2% in Olanda. Sul gradino più basso della scala troviamo invece Grecia (26,4% di disoccupati), Spagna (26,3%) e Portogallo (17,5%).

Ancora Germania, Austria e Olanda mostrano i tassi di disoccupazione giovanile più bassi (7,7%, 8,9% e 10,4% rispettivamente), ancora Grecia, Spagna e Portogallo i più alti (58,4%, 55,7%, 38,2%). Maglia nera anche per l'Italia che, mentre sui dati della disoccupazione generale è allineata a quelli medi europei, per i giovani viaggia nel gruppo dei peggiori: il 37,8% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è dai noi senza lavoro.

Allargando ancora un po' lo sguardo, proprio il tema della disoccupazione consente di notare quanto diverse siano state le terapie anti-crisi adottate dalle diverse potenze economiche. L'Europa ha puntato tutto su una aggressiva terapia anti-debito. L'austerity ha salvato i bilanci pubblici e ha finanziato il cordone di sicurezza steso intorno alle economie più deboli (Grecia, Italia, Spagna, ora Cipro) ma ha depresso l'economia.

Usa e Giappone hanno scelto la strategia opposta. Si sono indebitati per difendere l'apparato produttivo e rilanciare l'occupazione. Da questo punto di vista i risultati non sono mancati: negli Usa la disoccupazione è al 7,8% (quasi 5 punti percentuali meno che in Europa), in Giappone al 4,1% (quasi 8 punti meno). Agli Usa, ora, il compito di far rientrare il debito (lo "sforamento" del tetto ha già portato a un consistente taglio del pubblico impiego e della pubblica assistenza), che ha assunto proporzioni mastodontiche. Al Giappone quello di tenere in equilibrio il rischio di iper-inflazione (la Banca centrale stampa moneta per combattere il deficit) e la scarsità di liquidità derivante dal fatto che il debito pubblico giapponese è quasi per intero detenuto da investitori interni.

Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati