Dossier - Il rosa e il campionissimo

Viaggio nell'arte a due ruote: libri, musica, ricordi e immagini ci raccontano perché, mezzo secolo dopo, Fausto Coppi è ancora vivo, non solo al Giro. Fotogallery e tre video.

Una scalata senza fine

13/05/2010
Il plastico della Cima Coppi, sul passo del Gavia
Il plastico della Cima Coppi, sul passo del Gavia

Fausto Coppi è stato rapito in cielo mezzo secolo fa ma non ha quasi mai smesso di abitare il Giro d’Italia, dal 1965, infatti, la corsa rosa, in omaggio alla sua maglia e alle sue doti di grande scalatore, gli dedica una “cima”, la “Cima Coppi”.

    E' un luogo mutevole e variabile, ma con una costante imprescindibile: è, sempre, la scalata più dura del Giro d’Italia, che può pure partire dal punto più basso d’Europa (Amsterdam in questo caso), ma non può esimersi mai dal dovere di arrivare, prima o poi, in alto, a una salita che spacca gambe e cuori, perché solo là la maglia rosa si tiene o si perde per sempre. 

    Nel Giro 2010, la Cima Coppi è a 2.618 metri d’altitudine nel punto più alto del Passo Gavia, cui si arriva con una salita con pendenza che supera il 15 per cento, lungo la tappa numero 20: la più alta di sempre dopo lo Stelvio.

a cura di Elisa Chiari e Gian Paolo Ormezzano
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