Famiglie nel terremoto, le storie

Cristina e Giuliano, sposati da 38 anni, oggi costretti a dormire in auto. Ernesta e Luigi, scampati al crollo della fabbrica.

Così Luigi ha salvato Ernesta

02/06/2012
I coniugi Ernesta e Luigi Olmi (foto Ferrari).
I coniugi Ernesta e Luigi Olmi (foto Ferrari).

Ernesta se l’è vista brutta. Quando ha sentito mancarle la terra sotto i piedi, ha cercato di raggiungere l’uscita dello stabilimento, ma è inciampata e si è ritrovata sotto le lamiere. “Poi ho sentito che lui mi tirava fuori e ho capito che era finita”.

Lui è suo marito, Luigi Olmi. Lavorano entrambi alla Vam di Ponte Motta. Adesso che la fabbrica è chiusa, dopo la scossa di martedì scorso, anche la sua famiglia vive in macchina, come la maggior parte di quelli che i media continuano a chiamare sfollati. Alcuni giornali hanno gonfiato a dismisura i numeri, di per sé drammatici.

Sfollati a Medolla (foto Ferrari).
Sfollati a Medolla (foto Ferrari).

Da 15.000, secondo le stime ufficiali, sarebbero già arrivati a 200.000.  La verità è che non ci sono dati sicuri. I sindaci, proprio in queste ore, stanno organizzando le tendopoli della Protezione civile. I tecnici e i vigili del fuoco sono impegnati a valutare i danni delle abitazioni ma chi può continua ad arrangiarsi. I terremotati dell’ Emilia sono tutti campeggiatori. Le tende, da Modena a Ferrara a Bologna, ormai sono una merce introvabile. Le hanno piantate nei campi, sui margini delle strade, nei giardini di casa propria e in quelli degli amici. Chi non dorme in tenda dorme in macchina.

Come Ernesta, suo marito, il figlio Michele e i cognati. “E’ normale”, ci spiega.  La sua casa, nella campagna tra Camposanto e San  Felice sul Panaro, di fuori sembra a posto ma dentro è piena di crepe. L’auto è più sicura. Per il pranzo e la cena c’è il gazebo. “Siamo fortunati, c’è chi sta peggio”. Tra Mirandola e Cavezzo è tutta una tenda. C’è chi in casa non può proprio entrare: non c’è casale o fienile nella campagna modenese che non sia stato lesionato. La Coldiretti parla di oltre  500 milioni di danni. Ma nelle tendopoli non ci vanno. Hanno portato i frigoriferi all’aperto, congelano i piselli e le zucchine dell’orto, dormono nelle serre. Ma non si spostano.

Simonetta Pagnotti

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