Giù le serrande, libera la domenica

Riparte la campagna promossa dalla Confesercenti e appoggiata dalla Cei. Nelle prossime settimane si intensifica la raccolta delle firme che, fin qui, hanno già raggiunto quota 38.000.

Appuntamento al 17 marzo

03/02/2013

Raccolta firme si ricomincia. L’appuntamento è per il 17 marzo per una nuova grande mobilitazione in difesa della domenica. E mentre le sedi di confesercenti e dei Comuni continuano a raccogliere tutt’ora le firme contro la liberalizzazione selvaggia, si prepara un impegno massiccio e diffuso sul territorio per sensibilizzare l’opinione pubblica e, soprattutto, le istituzioni. L’11 febbraio, intanto,  Confesercenti terrà nei capoluoghi di regione e in molte altre città incontri con i candidati al Parlamento e con le istituzioni locali nel corso dei quali  chiedere un sostegno alla iniziativa e  lancerà un appello ai sindaci per sostenerla e per ottenere  la massima disponibilità delle Segreterie comunali, abilitate a far sottoscrivere la proposta di legge. Secondo i promotori l’apertura domenicale sta avendo gravi ripercussioni sull’occupazione e sta incidendo pesantemente sulla desertificazione dei centri urbani.

Nel 2012 il saldo negativo nel settore del commercio al dettaglio è stato  di circa 20 mila unità (64.126 cessazioni contro 43.367 aperture) con una perdita di più di 44 mila addetti. Se poi si  tiene conto del settore alimentare (carni, frutta e verdura, pesce, pane e dolciumi) nei soli capoluoghi di  regione la sparizione di negozi  è ormai diventata una inarrestabile emorragia, tanto che,  a fronte di una popolazione complessiva di 9 milioni  661mila 440 abitanti,   sono rimasti solo 17.768 esercizi commerciali del settore alimentare. Vale a dire meno di 2 negozi ogni mille abitanti (1,8). Si va da un minimo di 1,2 a Milano ad un massimo di 3,4 a Napoli.

Annachiara Valle
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