Siria, il prezzo della democrazia

Nel Paese mediorientale continuano gli scontri fra l'esercito governativo e le forze dell'opposizione che si battono per cacciare il presidente Assad e affermare la democrazia.

Il vescovo di Aleppo: la mia città culla della tolleranza

14/02/2012
Padre Giuseppe Nazzaro, vescovo di Aleppo (Atripalda News).
Padre Giuseppe Nazzaro, vescovo di Aleppo (Atripalda News).

Una vita spesa in Medio Oriente. A Betlemme, poi in Egitto, da quasi un decennio in Siria. Padre Giuseppe Nazzaro, vescovo di Aleppo, in convalescenza nella sua natìa Irpinia, ascolta le grida di dolore che arrivano dalla sua città d'adozione, non se ne dà pace, non nasconde le sue preoccupazioni, per il presente e il futuro. Pensa ad Aleppo - colpita pochi giorni fa da un attentato -, non scorge le radici dell'odio: «Piango per la mia Aleppo, piango per tante vittime innocenti: non ci sono giustificazioni e rivendicazioni che tengano di fronte a questa tragedia. Aleppo è da sempre una città tranquilla, una città libera dove si pensa al bene del popolo, un luogo in cui convivono senza problemi tante differenti confessioni religiose. Lì è la prima volta che accade qualcosa del genere».

Le distruzioni ad Aleppo causate da due esplosioni (Ansa).
Le distruzioni ad Aleppo causate da due esplosioni (Ansa).

Legge, ascolta, s'interroga: «Un colpo al cuore, ma anche tante domande che albergano la mia mente: il venerdì in Siria le scuole sono chiuse, come mai tutti questi bambini morti? Domanda a cui non so dare una risposta. Ma nessuna persona di buon senso può accettare eventi del genere, nessuno può sopportare che muoiano persone senza alcuna colpa: sono figli di Dio». Il Medio Oriente è esploso, ora i fuochi della rivoluzione pervadono la Siria. Rivolte, rappresaglia, morti. E un futuro nebuloso: «Senza una politica chiara da parte dell'Occidente, che a buona ragione può essere definito il padrone del mondo, non si giungerà mai a una pacifica democratizzazione. L'Occidente mi pare badi solo ai suoi interessi economici, senza pensare davvero al bene della gente. Non si può rischiare che la Siria diventi un altro Iraq».

O, magari, un altro Egitto: «Ecco, faccio una domanda: cosa si è ottenuto in Egitto? Nulla. Deposto un dittatore, comanda l'esercito e avanzano gli integralisti». Con i rischi che ne conseguono, per le comunità cristiane: «Che il dopo-Mubarak in Egitto sia stato caratterizzato da un aumento degli attentati anti-cristiani è sotto gli occhi di tutti. In Siria, tranne qualche episodio isolato, la convivenza è stata sempre serena, soprattutto ad Aleppo. Mi chiedo cosa potrà accadere in futuro: i timori sono tanti».


Ivo Romano

a cura di Giulia Cerqueti
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