Pittin, la neve è ancora nostra

L'elemento naturale scarseggia e lo sport della neve si fa estremo: lo sci di fondo sbarca in centro a Milano e Alessandro Pittin costringe l'Italia a occuparsi di combinata nordica.

Ale vola e non si ferma più

15/01/2012
Il trionfo di Alessandro Pittin (foto Reuters/Robert Pratta).
Il trionfo di Alessandro Pittin (foto Reuters/Robert Pratta).

     Se lo stato di grazia esiste, Alessandro Pittin l'ha conosciuto in questi tre giorni di gloria a Chaux Neuve, a casa di Jason Lamy Chappuis, il leader di Coppa del mondo, che tre sventole così non le ha mai prese in vita sua. Alessandro Pittin, 21 anni, da Cercivento, pugno di neve tra i monti della Carnia, sta costringendo l'Italia ad accorgersi dell'esistenza de più funambolico degli sport invernali, la combinata nordica: salto con gli sci + sci di fondo. Si parte saltando: il più possibile lontano e con uno stile il più possibile elegante (entrambi i fattori incidono sul punteggio ai sensi del regolamento). Si finisce con 10 km di sci di fondo: chi salta meglio parte prima e gli altri al seguito in base alla classifica.


     Alessandro ha cominciato venerdì 13, sfidando la scaramanzia del 13 di pettorale, per vincere la sua prima prova in Coppa del Mondo, dopo quattro podi, e un bronzo olimpico. Ha continuato sabato 14, rivincendo con una rimonta mozzafiato: il salto non era stato fantastico e ha dovuto rimontare 1'24" per vincere di nuovo al fotofinish, sputando l'anima, ma dimostrandosi per quello che è, uno che non molla fino all'ultimo refolo di fiato. Lo fa anche quando si tratta di arrivare decimo, figurarsi quando c'è in palio la vittoria. 

     Ha finito oggi, ma solo perché è finito anche il weekend e la tappa di Coppa, con un altro modo tutto diverso di vincere: partendo con un salto fantastico, 113 metri in ottimo stile, uno dei migliori della sua carriera. Al termine dei salti era quarto, ad appena 10 secondi dal primo, niente per chi come lui è abituato a costruire i suo successi sciando. Ci ha messo poco più di un km a rimontare lo svantaggio dei 10 secondi.

     Il resto è stato vuoto dietro e cavalcata triofale, con tanto di tricolore alla fine. Se Alessandro abbia avuto un po' di vuoto  anche nella pancia non è dato di sapere. Se è accaduto l'ha nascosto bene. Ha vinto senza emozioni a intralciare come fanno i campioni consumati, con la testa, dimostrando di saper leggere ogni gara diversa con gli occhiali giusti. C'è tanta strada da fare e sarà il caso che gli italiani imparino bene le regole della combinata, perché ne vedranno delle belle da qui in avanti.

Elisa Chiari

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