02/05/2012
(foto Getty)
“Credo che non si possa capire fino in fondo l’America senza conoscere, e comprendere, la ‘mente’ evangelica.”
Una ‘mente’ che Franco Sacchi, regista triestino da vent’anni residente a Boston ha studiato a fondo, osservato in prima persona e raccontato in “Waiting for Armageddon” (Aspettando la Fine del Mondo) lungometraggio girato in piena epoca Bush e valsogli, all’uscita nel 2009, menzioni e plausi nei principali organi di stampa americani.
“Volevo fare un film per capire chi fosse questa gente di cui tanto si parlava e che impatto avesse sulla politica e sulla società. Ho cominciato in Oklahoma e mi sono ritrovato a Gerusalemme.”
In “Armageddon” Sacchi accende la telecamera, ovviamente autorizzato, su un classico gruppo di Cristiani evangelici del Midwest, scoprendo, nel filmarli in azione - a casa, in chiesa, ai convegni – aspetti via via più bizzarri ed inquietanti del loro pensiero, delle loro più intime convinzioni, lasciando poi ad intellettuali cristiani, laici ed ebrei il compito di analizzarne (quasi sempre in maniera preoccupata, e preoccupante) gli effetti pubblici.
“A prima vista è gente normale, praticamente sono I nostri vicini di casa. Parlandoci però viene fuori che basano tutta la loro vita e dunque la loro visione del mondo sull’interpretazione letterale della Bibbia, considerandola alla stregua di un testo scientifico che descrive e spiega tutti gli avvenimenti passati presenti e futuri. In altre parole [un po’ come I seguaci di Nostradamus NdA] si sono costruiti una griglia di riferimento filosofica in cui tutto trova posto e tutto è spiegabile con le Sacre scritture.”
“Ad alimentare queste certezze poi, in America c’e’ una sorta di mondo parallelo fatto di talk show radiofonici, siti internet, letteratura, parchi di divertimento a tema e, quello che più preoccupa, scuole in cui si insegnano nozioni al limite del grottesco.”
Per “scuole” Sacchi intende un sistema educativo che va dall’ “Home Schooling” la pratica – legale negli Stati Uniti fino alle superiori comprese - di istruire I figli in casa ottenendo poi il diploma con esami da privatisti, fino alle università create dagli evangelici per gli evangelici, come la famosa Liberty University fondata in Virginia nel 1971 dal predicatore televisivo Jerry Falwell, e che oggi conta ben 140 corsi di laurea, compresa, operativa dall’anno prossimo, una facoltà di medicina.
A supporto, una galassia di centri di studio, ricerca, e divulgazione, con annesse case editrici, stazioni radio e TV, che fanno capo a istituzioni religiose sempre più grandi e finanziariamente solide. Un esempio su tutti, la Lakewood Church, in Texas, la mega chiesa da 17,000 posti a sedere del pastore Joel Olsteen, campione del vangelo della prosperità (una sorta di giustificazione divina al successo economico e professionale) e, con 7 milioni di telespettatori settimanali, vera e propria superstar del sermone domenicale.
“Molto diffusa, in questo mondo, e’ la diffidenza verso tutto ciò che è intellettuale, il metodo scientifico sperimentale classico, la stessa teoria dell’evoluzione”, continua Sacchi. “Viene da chiedersi come può un paese di 300 milioni di abitanti funzionare con almeno 40 di essi che si fanno beffe di biologia, archeologia e astrofisica, certi che la terra ha 5000 anni e che I dinosauri sono esistiti in contemporanea con gli umani o, visto che la Bibbia non ne parla, che non sono esistiti affatto”.
Paradossale il rapporto degli evangelici con il darwinismo, rifiutato, da molti, come teoria scientifica dell’evoluzione (al punto di proporre di vietarlo nelle scuole) eppure, nella pratica applicato alla società nelle loro convinzioni economiche e sociali liberiste, appoggiate in gran parte dal partito Repubblicano: una sorta di “aiutati che Dio t’aiuta” di chi si sente, vada come vada, predestinato alla salvezza eterna.
Diventati particolarmente attivi e coesi in reazione a due sentenze della Corte Suprema - abolizione della preghiera nelle scuole pubbliche (Lemon vs Kurtzman, 1971) e legalizzazione dell’aborto (Roe vs Wade, 1973) - gli evangelici americani hanno da sempre un forte impatto sulla vita pubblica - il proibizionismo degli anni ’20, tanto per fare un esempio noto, fu in gran parte opera loro. Ma e’ quando guardano al futuro che, almeno secondo Sacchi e gli esperti intervistati nel suo film, le implicazioni del loro ‘credo’ si tingono di riflessi inquietanti – specie in politica estera.
“Nella loro interpretazione letterale della Bibbia, il libro dell’Apocalisse non fa eccezione. In esso, una delle profezie prevede che, prima della seconda venuta del Messia, gli ebrei occupino l’intera Terrasanta “ricostruiscano il tempio”, direbbero loro (cosa che quasi successe nel ’67 con la guerra dei sei giorni). Dunque vedono con favore le istanze territoriali israeliane, anche le più estreme, ma solo come strumento alla profezia... non lo dicono chiaramente, ma io ho l’impressione che, secondo loro, alla fine gli ebrei che non si convertiranno andranno tutti comunque all’inferno”.
Tutto emerge chiaramente dal film di Sacchi. In particolare, nella parte in cui, senza mai spegnere la telecamera, segue il gruppo durante un viaggio in Terrasanta, apparentemente un pellegrinaggio, ma in verità un sopralluogo bello e buono nei luoghi dove secondo loro presto, molto presto, si avvererà la profezia. La stessa profezia su cui, ad esempio, si basa la premessa di ‘The Left Behind’ collana di romanzi con all’attivo oltre 60 milioni di copie vendute, dunque, evidentemente, più diffusa e popolare di quanto si pensi.
“Secondo me questa e’ una delle chiavi per capire tanta politica interna ed estera Americana”, riflette Sacchi, convinto che la strana alleanza – strana perché animata da finalità totalmente diverse - tra ebrei e cristiani evangelici sia uno dei motivi che in America rende politicamente rischioso l’allontanarsi, anche di poco, da Israele”.
Più in generale il regista triestino e il suo documentario – acclamato nei festival, apprezzato negli ambienti ebraici moderati, e abbastanza gradito anche dai protagonisti (almeno fino all’uscita delle recensioni) - mettono in guardia dai rischi di quella che lui definisce una corrente sottesa, non facilmente identificabile dall’estero, che sta cambiando, da dentro, la società Americana.
E, almeno secondo lui, non certo per il meglio “La corrente evangelica, nata meno di due secoli fa in Inghilterra, e’ una versione ultramoderna del fondamentalismo, una degenerazione, e in ultima analisi, una negazione di quello che il vero pensiero religioso presuppone” conclude Sacchi senza mezzi termini. “Vorrei realizzare una trilogia raccontando lo stesso fanatismo millenarista nel mondo islamico e in quello ebraico. Tutti e tre in realtà più simili tra loro di quanto si pensi.”
Stefano Salimbeni