17/02/2012
Un cacciabombardiere F-35 al decollo. Foto Ansa.
«Il taglio da 131 a 90 nell’acquisto dei cacciabombardieri F-35, come annunciato dal ministro della Difesa Di Paola, unitamente alla riduzione di 33.000 posti militari e 10.000 civili nella Difesa italiana, sono segnali positivi ma non ci bastano. Il Governo, in questa situaizone di grave crisi del nostro Paese, non ha giustamente avuto il coraggio di rischiare impegni per la candidatura alle Olimpiadi di Roma, ma non ha neppure il coraggio di dare un taglio netto e completo a inutili spesi per l’acquisto degli F-35. Non ci basta ‘il regalino’ per stare bravi. Un po' di fumo negli occhi, non fermerà la voce di tante associazioni e di quella parte della società civile che si è mobilitata, in queste settimane, per contrastare questa commessa tanto costosa, quanto inutile».
Questo è il commento di Guido Barbera, presidente del Cipsi (Coordinamento iniziative popolari di solidarietà internazionale). “Il risparmio economico che consegue ai tagli previsti dal ministero della Difesa, è sicuramente importante in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. Ma non è di certo sufficiente di fronte ai sacrifici chiesti dal governo agli italiani! Inoltre, l’economia finanziaria, la necessità di tenere a posto i conti e limitare le spese, non possono esimere il governo e le istituzioni da una riflessione più ampia. L’Italia ripudia la guerra. È scritto nella nostra Costituzione. Ed è alla carta costituzionale che le istituzioni dovrebbero guardare. Per questo, torniamo a chiedere di cancellare completamente l’acquisto degli F-35 e riallocare i soldi previsti in altre spese e attività. Ad esempio, finanziando il servizio civile nazionale per i giovani, o iniziative di cooperazione internazionale e di integrazione sociale per i migranti e le minoranze. O ancora, prevedendo forme di tutela dell’occupazione e del lavoro».
Guido Barbera, presidente del Cipsi (Coordinamento iniziative popolari di solidarietà internazionale).
«Prendiamo esempio dalle donne africane. In Liberia, Paese della
presidentessa Sirleaf – premio Nobel della Pace 2011 – gli stanziamenti
per la difesa sono pari all’1% del PIL. Gli stanziamenti per
l’istruzione, sono del 3%!», continua Barbera. «Promuovere un’Italia
di pace, credere nei diritti e nella solidarietà significa prendersi la
responsabilità di compiere scelte radicali e coerenti con i dettati
costituzionali», conclude Barbera. «Scelte che vadano sì nella direzione
di un risparmio economico, ma che siano soprattutto indirizzate a nuove
politiche centrate sulla pace, l’integrazione, l’equità. Questo è il
cambiamento che chiediamo al nostro governo! Questo è il paese che
vogliamo e dobbiamo costruire tutti insieme come cittadini sovrani».
Per questo il Cipsi invita tutti a partecipare alle manifestazioni
nelle piazze italiane il 25 febbraio, per dire no agli F-35 e si ad una
cultura nonviolenta e della pace.
A cura di Alberto Chiara