E-G8: Internet conquista il summit

Il G8 riflette sul web. A Parigi, gli Stati generali mondiali della Rete, le prime assise planetarie con tutti (o quasi) i protagonisti della rivoluzione che ci ha cambiato la vita.

25/05/2011

Internet e la rete hanno dato il “la” al meeting degli otto grandi, programmato a Deauville, in Normadia. Il 24 e il 25 maggio s’è discusso delle prospettive di sviluppo del web e del suo apporto sempre più determinante alla crescita dell’economia mondiale: “e-G8” è stato ribattezzato il summit svoltosi nei giardini delle Tuileries a Parigi. Vi hanno partecipato un migliaio di esperti del settore.  

Il Forum è stato fortemente voluto dal presidente francese Nicolas Sarkozy, che ne ha anche aperto i lavori. Nel suo discorso il presidente francese ha insistito sul ruolo-determinante della Rete nello sviluppo attuale e futuro dell’economia mondiale, di come amplificare l’impatto di internet sull’economia, sulla creazione di posti e di nuove forme di lavoro. Insomma, sul potenziale del web come volano economico e di crescita globale. Già oggi, del resto, Internet rappresenta il 3,4 per cento del Pil in 13 Paesi (i G8 più Brasile, Cina, India, Corea del Sud e Svezia) e ha contribuito al 10 per cento della loro crescita negli ultimi cinque anni: è quanto emerge da uno studio di McKinsey diffuso a margine del meeting parigino. Purtroppo, dai dati emerge che anche in questo settore l’Italia, tra i Paesi avanzati, è quello che fa da cenerentola.

Da noi, Internet ha servito di meno la crescita economica: il suo contributo, in Italia, è stato pari al 4 per cento del Pil tra il 1995 e il 2009 e al 12 per cento tra il 2004 e il 2009. Per fare qualche paragone la Svezia, negli stessi periodi, ha avuto percentuali - sul Pil -  del 15 per cento e del 33 per cento; la Germania del 14 per cento e del 24 per cento, la stessa Francia del 10 e del 18 per cento e gli Stati Uniti dell’8 e del 15 per cento.

Al summit parigino hanno partecipato i principali guru delle nuove tecnologie: dal magnate australiano Rupert Murdoch al fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, dal presidente di Google Eric Schmidt ai vertici di Microsoft, Wikipedia e Amazon. Tra i nostri connazionali, il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, quello del Gruppo Espresso, Carlo De Benedetti, e Luca Ascani, presidente di Populis. Certo che, a Parigi, oltre alle tante rose, emerge anche qualche spina. Se da un lato gli interventi stanno delineando le enormi potenzialità della rete in vista dello sviluppo prossimo-futuro, qualche problema e contrasto c’è. Primo fra tutti il “partito” (nel quale “milita” anche lo stesso Sarkozy) di chi vuole regolamentare Internet e trovare intese sovranazionali, e quello di chi al contrario grida al bavaglio e alla volontà subdola di imbrigliare il web e di limitarne la libertà. Anche il dibattito sulla protezione dei diritti intellettuali è stata piuttosto vivace: c’è chi chiede forti norme di tutela, e chi – come il presidente di Google Eric Schmidt – non ne vuole sapere.

Luciano Scalettari
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