Chi dà asilo ai rifugiati?

Il sistema italiano impedisce, di fatto, l'integrazione socioeconomica dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale. Uno studio della Caritas

Spunti di riflessione

19/06/2012

Queste, le linee di azione strategiche emerse a conclusione dello studio: “Collocare le corrette competenze dell’amministrazione centrale, di quelle regionali e di quelle locali, delle Forze dell’ordine, degli enti gestori, integrandole in un progetto di regia forte e unica. Concretamente, nella gestione dell’Emergenza Nord Africa 2011, è fondamentale, ad esempio, che i posti in accoglienza attivati grazie ai fondi del Dipartimento della Protezione civile non vengano dismessi, ma contribuiscano a costituire, insieme ai progetti SPRAR e a quelli delle città metropolitane, un unico Sistema nazionale di accoglienza capace di ospitare 25-30.000 persone contemporaneamente”.


E ancora: "Predisporre un sistema di monitoraggio nazionale dei percorsi sociali di tutti i richiedenti e titolari di protezione internazionale sul territorio, attraverso una banca dati che consenta il raccordo tra i diversi territori di accoglienza e minimizzi il rischio di assenza/duplicazione di interventi dovuti a mancanza di coerenza e consequenzialità del percorso di ciascuno”.

Alberto Picci
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