17/05/2010
Un gruppo di giovani di Terra del fuoco durante la marcia (foto Roberto Brancolini(Perlapace.it)
Terra del Fuoco è nata qualche anno fa, dapprima operando sul problema dell’integrazione di rom e stranieri e organizzando il “Treno della memoria”, ossia portando in visita ad Aushwitz scolaresche e gruppi. Ne hanno accompagnati più di 11.000.
I giovani membri dell’associazione il Treno della memoria lo organizzano ancora, ma ora fanno anche molto altro. Intanto sono parte della rete di Libera, l’associazione contro le mafie e l’illegalità fondata da don Luigi Ciotti. Ma quest’anno sono anche entrati nel folto gruppo di associazioni che hanno organizzato insieme alla Tavola della pace, alla stessa Libera e a tanti ragazzi dell’Agesci, il Forum della pace.
«L’organizzazione si è molto estesa: ora siamo presenti in 10 regioni italiane», dice Michele Curto, uno degli animatori dell’associazione. «Qui a Perugia siamo venuti in 350, fra volontari, rifugiati e rom. Siamo presenti non solo come Terra del Fuoco, ma anche come Flair, l’organismo europeo per la lotta alla mafia e alla legalità, a cui aderisce anche Libera».
Il contributo più originale al Forum della pace di quest’anno è stato senz’altro il Progetto “Le 100 storie, i giovani che cambieranno l’Italia” (che sono state raccolte anche in un volumetto presentato a Perugia). «L’ultima definizione che ricordo di noi giovani», aggiunge Curto, «è che saremmo “bamboccioni”, come ha detto il ministro Brunetta. Ci permettiamo di dissentire. Ogni giorno, attraverso il nostro lavoro, scopriamo esempi personali di ragazzi e giovani adulti che, ciascuno nella propria vita e nella propria storia, mettono in atto scelte e azioni che sono autenticamente positive, innovative e coraggiose. Storie di una bella Italia che esiste già, che non è da ricostruire. Basta scoprirla».
Il volumetto presenta giovani che, in una parola, si sono assunti la responsabilità di essere cittadini a pieno titolo e di provare in prima persona a cambiare le cose. Per fare qualche esempio, c’è l’immigrata marocchina che lotta per i diritti dei migranti e il giovane imprenditore che si è inventato il “volontariato retribuito” per i dipendenti della sua azienda; c’è il quattordicenne siciliano che organizza campagne d’informazione contro la mafia e l’associazione che ha dato vita, insieme a una comunità rom, ad alcune cooperative di lavoro. Insomma storie straordinarie di quotidianità.
«Queste 100 realtà», conclude Michele Curto, «vorremmo che l’anno venturo fossero 1.000. Crediamo che sia un modo significativo di celebrare i 150 anni di storia del nostro Paese: quest’Italia dell’impegno, della creatività e della solidarietà c’è. Occorre renderla meno nascosta».
Luciano Scalettari