05/12/2011
La Giornata mondiale del volontariato, il 5 dicembre, coincide con l'avvio alla conclusione dell’Anno europeo del volontariato, ed è arrivato il momento di tirare le somme dei risultati che ha portato al non profit italiano. Se ci sofferma sulle misure legislative ed economiche che hanno in qualche modo interagito con il terzo settore, sembra proprio che le cose siano andate nella direzione opposta a quella dovuta. Nel nostro Paese, insomma, la festa è stata venata dall'amarezza per le occasioni perdute.
Gli aumenti delle tariffe postali, lo sfascio del servizio civile, l’inasprimento fiscale verso le coop sociali, e i tagli drastici agli Enti locali, che da sempre sono i primi interlocutori del volontariato sul territorio,
portano a giudicare il 2011 come uno degli anni peggiori del passato recente: questo almeno pensano gli addetti ai lavori. Il giudizio complessivo, stando agli osservatori più attentui, anche se si analizzino le iniziative legate più strettamente al progetto europeo. Sono state prodotte montagne di carta contenenti fiumi di parole, dicono i più critici, accompagnate da una serie di eventi comunicativi, quasi tutti autoprodotti dal volontariato stesso e non promossi direttamente dal governo, che attraverso il Ministero del Welfare doveva essere il regista dell’Anno.
L’unico lavoro che si salva è un tentativo di fotografia aggiornata del terzo settore, prodotta in due volumi dall’Isfol, che per la prima volta utilizza il sistema informativo dei registri - provinciali, regionali e nazionali – come base per elaborare i dati. Il totale delle organizzazioni che emerge da questo studio è di
quasi 160.000 organizzazioni, un dato però molto inferiore rispetto alla base censuaria definita dall’Istat per inviare il questionario del prossimo censimento.
Un altro spunto interessante è l’impegno preso dal Governo italiano a modificare il sistema di contabilità nazionale,
applicando al Terzo settore il sistema cosiddetto dei conti satellite, in ottemperanza alle indicazioni delle Nazioni Unite. In sostanza si tratta di: a) individuare le istituzioni non profit ricomprese in altri settori economici (ad es. l’agricoltura sociale); b) pubblicare regolarmente “conti satellite” che riuniscano tutti i dati sulle non profit; c) stimare il valore del volontariato e riportarlo nel conto satellite. I Paesi che si sono impegnati sono 26, quelli che hanno già elaborato conti satellite sono 9, tra i quali, in Europa, Belgio e Slovacchia.
Ida Cappiello
A cura di Alberto Chiara