05/12/2011
Partirà a marzo 2012 il censimento delle istituzioni non profit. Lo ha spiegato il presidente dell'Istat Enrico Giovannini. La rilevazione sul mondo non profit conincerà appena finito il censimento della popolazione, nella prossima primavera, e servirà ad aggiornare i dati ricavati nel 2001, quando le istituzioni non profit censite furono 235 mila.
Questa volta l'Istat si baserà su una lista di circa 435 mila soggetti. Sono le realtà incluse nella lista censuaria (elaborata nel 2010), potenzialmente attive, a cui verrà spedito il questionario. Il numero è ricavato da diverse fonti: l'anagrafe delle Onlus, l'elenco dei beneficiari del 5 per mille, gli enti ecclesiastici, oppure da precedenti relazioni statistiche. Probabilmente, come già successo nel 2001, questo numero sarà abbattuto di un terzo, riducendosi a 370-380 mila circa.
Il non profit che conosceremo avrà decisamente un nuovo volto, non solo perché, rispetto a dieci anni fa, le organizzazioni sono quasi raddoppiate, ma anche per il ruolo di soggetto economico che al Terzo settore verrà riconosciuto, attraverso un approccio inedito. L’Istituto di statistica, infatti, tenterà di stimare il valore economico del lavoro volontario, applicando il metodo del “salario ombra” messo a punto dall’International Labour Office e dall’Onu. Un primo esperimento fatto quest’anno, ma basato su dati del 1999 (quindi molto inferiori agli attuali), ha stimato in 7 milioni le ore dedicate al volontariato e le ha valutate quasi 8 miliardi di euro. Infine una piccola sorpresa (ma non troppo): fare volontariato fa bene. Rafforza l’autostima, aumenta la coesione sociale, permette alle persone di sentirsi parte attiva della società e quindi in ultima analisi migliora il benessere sociale, la cosiddetta “felicità interna lorda” alternativa al PIL. Anche su questo, il censimento prossimo venturo farà il suo lavoro e a fine 2012 pubblicherà, insieme al Cnel, il primo Rapporto congiunto sulla misura del benessere in Italia.
Ida Cappiello
A cura di Alberto Chiara