05/12/2011
Volontari si avviano a spalare fango nella zona di Marassi, all'indomani dell'alluvione di Genova (foto: Luca Zennaro/Ansa).
Sono almeno 3,3 milioni di italiani.
Tutto compreso, hanno un valore economico di quasi 8 miliardi di euro (7,8 a voler essere pignoli) e, dovendo misurare in qualche modo il loro contributo alla produzione complessiva della "ricchezza" nazionale, si può dire che il frutto delle loro fatiche a vantaggio del prossimo è pari o addiritttura superiore al 4% del Pil, il Prodotto interno lordo. I volontari sono una realtà e una ricchezza per l'Italia di oggi. L'Istat per conto del Cnel ne ha misurato le dimensioni: una ricerca recente (marzo 2011) su dati vecchi (del 1999), in procinto d'essere aggiornati con un apposito censimento che partirà tra qualche mese, nel 2012.
Si celebra la Giornata mondiale del volontariato, che, com'è noto, ricorre il 5 dicembre. Tempo di bilanci. Di sogni. Di recriminazioni. Un pensiero riassume messaggi, interventi, relazioni. Ed è più o meno riassumibile così: «Cittadini, fate volontariato. E voi, istituzioni,
rendete la vita facile a chi si rimbocca le maniche a favore degli altri.
Perché l’impegno nei campi di frontiera, dalla sanità all'assistenza, dalla tutela dell'ambiente alla difesa dei diritti dei più deboli, insomma tutto quello che oggi si chiama comunemente
il terzo settore, è già di per sé un antidoto contro la crisi».
Da sinistra: Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle politiche sociali durante la manifestazione di Roma per la Giornata mondiale del volontariato (foto: Antonio Di Gennaro/Ansa).
Centinaia di volontari, molti giovani, proveninenti da
tutta Italia hanno partecipato alla manifestazione svoltasi a Roma, presso l'Auditorium Conciliazione, alla presenza del
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Voluta da
Forum Terzo Settore, Consulta del Volontariato presso il Forum, ConVol
(Conferenza permanente delle associazioni, Federazioni e reti del volontariato)
e CSVnet (Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato)
ha sottolineato il forte valore che dono, gratuità e solidarietà hanno per la
costruzione della nostra società, oggi come in passato: «Ci impegniamo ad
affermarli per affrontare le sfide etiche, prima ancora che economiche e
sociali, che il Paese ha di fronte», hanno dichiarato i promotori della giornata.
«In tempo di crisi, il rischio non è che il
volontariato sia meno sostenuto. Continuerà a fare la propria parte
perché non si crea né si distrugge con una normativa. Il nodo è
comprendere come farlo diventare sempre più parte attiva della vita
sociale e non come parte marginale», ha affermato Stefano Tabò,
presidente del Coordinamento nazionale dei Centri di Servizio per il
Volontariato – Csvnet. «Il volontariato», ha osservato dal canto suo Fausto Casini, coordinatore della Consulta
del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore, «non chiede più
soldi perché vuole più soldi, ma chiede di essere riconosciuto e di
essere messo nelle condizioni di dare di più. Abbiamo criticato i
tagli alle risorse non perché non ci arrivano i soldi che ci
servono ma perché in quel modo si deprime lo sviluppo di azioni che
hanno un indotto molto superiore all’investimento».
A proposito del 5 per mille...
Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, presente alla
manifestazione, ha affermato: «Il volontariato arricchisce il capitale umano e
sociale di chi lo pratica e di chi lo riceve, rafforza il senso di appartenenza
e coesione alla società e favorisce comportamenti favorevoli alla crescita
economica». Il ministro ha inoltre rassicurato i presenti sull'impegno del
Governo a garantire efficienza nella gestione e assegnazione dei fondi per il 5
per mille.
«Senza il volontariato non andiamo da nessuna parte», ha commentato Andrea
Olivero, presidente nazionale delle Acli e portavoce del Forum del Terzo settore. «In questo momento di
particolare difficoltà del nostro Paese abbiamo bisogno di persone che siano in
grado di assumersi le proprie responsabilità come fanno ogni giorno i
volontari. La cancellazione dell'Agenzia per il terzo settore, prevista fin qui dalla manovra, è un errore gravissimo», continua Olivero, «perché con un tratto di penna annulla la specificità di un mondo che in questi anni s'è rivelato una delle poche risorse in crescita per il Paese oltre che un'efficace sentinella per i diritti di tutti. Il decreto salva-Italia, tin ogni caso, non è tutto da buttare, a partire dal fatto che lrecipisce il principio secondo il quale la riforma assistenziale non si può fare a colpi di mannaia. Non dimentichiamo, infine, che Mario Monti si muove in uno spazio esiguo: se l'Italia fallisse i primi a pagare sarebbero i poveri».
Ida Cappiello e Roberto Zichittella
A cura di Alberto Chiara