30/01/2013
Si tratta di una vera e proprio radio-emergenza, nata per dare voce alla comunità siriana in fuga dalle violenze del Paese. "L'ora della Siria" (in arabo Al-Sa'a
Al-Suriyya) è il titolo del primo programma lanciato on air dalle frequenze di Radio Yarmouk, l'emittente dell'università di Irbid, a nord della Giordania, che gli ha dato ospitalità offrendo, una volta di più, un esempio tangibile dell'attenzione, della cura, del coinvolgimento emotivo dei giovani giordani rispetto al dramma dei loro "vicini". Avviato dalla ong "Un ponte per..." con il sostegno dell'Unesco e della Cooperazione svedese, il progetto coinvolge ragazzi e ragazze siriane nella produzione e trasmissione di notiziari sulla situazione dei rifugiati in Giordania. Nelle 16 tramissioni previste troveranno spazio esperti, medici e operatori di organizzazioni umanitarie per parlare di diversi temi, non solo strettamente legati al conflitto: sfruttamento minorile, tratta di esseri umani, educazione e accesso all'istruzione, servizi sanitari e violenze su donne e bambini. L'ora della Siria va in onda sue volte alla settimana dalle 17.00 alle 18.00: noi abbiamo contattato Sarah Gama, responsabile del progetto per conto di "Un ponte per...".
L'università di Irbid
Andiamo con ordine: cos'è "L'ora della Siria"?
«Il
progetto si chiama “L’ora della Siria” ("Sa'a Surria" in arabo) – che è
diverso da "Il tempo della Siria" - proprio perché l'idea di questo
programma radiofonico è in realtà di dedicare un'ora ai siriani rifugiati in
Giordania.
Il
progetto di radio-emergenza è pensato per creare uno spazio in cui i rifugiati
siriani possano avere maggiori informazioni sui servizi offerti dalle diverse
organizzazioni presenti nel paese.
Dal
momento che il governatorato di Irbid ospita il maggior numero di rifugiati - il 40% secondo i dati dell'UNHCR -, la
migliore radio per trasmettere questo programma era Yarmouk FM, l’emittente dell’omonima
università di Irbid.
Si
tratta di una stazione strategica per la sua capacità di copertura, che
comprende l'intero governatorato, una parte del territorio circostante alla città
di Mafraq, e un raggio di 10 km al di là del confine con la Siria, e
precisamente fino a Dera'a.
La
trasmissione va in onda due volte a settimana, per una durata di sessanta
minuti a sessione.
Esperti e rappresentanti del governo giordano, personale delle
Nazioni Unite, di Ong internazionali, di organizzazioni locali e a base
comunitaria (CBO) sono invitati a fornire aggiornamenti sulla situazione
d’emergenza e a dare indicazioni sui servizi di assistenza disponibili per i
rifugiati, così come
sensibilizzare l'opinione pubblica e
rispondere alle
domande in diretta degli ascoltatori siriani che li possono contattare
attraverso per telefono o anche
attraverso la pagina facebook della
trasmissione.
Allo stesso tempo, il progetto coinvolge
attivamente dei giovani rifugiati siriani formati in comunicazione e
giornalismo, che realizzano reportage sulla condizione dei loro connazionali in
Giordania. Sono stati selezionati due ragazzi e una ragazza, di età compresa
tra i 19 e i 26 anni, tutti direttamente coinvolti con successo nella messa in
onda della trasmissione».
Alberto Picci