17/05/2012
Parola d'ordine: coesione sociale. La decima edizione del
Sodalitas social award è stata ancora una volta l'occasione per fare il punto
sulle più interessanti ed efficaci esperienze di responsabilità sociale
applicata al mondo delle imprese in Italia. E proprio in virtù dello spirito
che ha attraversato tutti i momenti della manifestazione di lunedì 14 maggio, i rappresentanti delle imprese che aderiscono a Fondazione Sodalitas hanno
consegnato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano un premio speciale
per aver favorito, nel corso del suo mandato, una spinta costante all'unità del
Paese tra le articolate componenti della società italiana.
«Esprimendo
soddisfazione per il riconoscimento ricevuto, il Presidente ci ha anche
manifestato il suo apprezzamento per le tante iniziative di impegno sociale che
le imprese grandi medie e piccole aderenti a Sodalitas hanno realizzato in
questi anni - ha affermato Diana Bracco, presidente di Fondazione
Sodalitas - Le parole del Presidente ci hanno riempito di orgoglio e ci
spingono a continuare con sempre più vigore il nostro lavoro nella
consapevolezza che il modo più autentico di ‘fare impresa’ è quello
responsabile e sostenibile, l’unico che potrà aiutarci a superare la crisi.
L’unico che può dare un futuro ai giovani».
Per scoprire alcuni degli esempi virtuosi del
nostro sistema, bisogna fare un passo indietro, al giorno della premiazione del
Sodalitas social award, lunedì a Milano all'auditorium di Assolombarda, alla
quale hanno partecipato imprenditori, amministratori, economisti, giornalisti,
politici che hanno portato il loro punto di vista su argomenti di stretta
attualità: riflettori sempre puntati sul tema del welfare. O meglio, su
proposte alternative al modo tradizionale di offrire, cercare e vivere il mondo
del lavoro. Delle 199 aziende candidate con 253 progetti presentati, solo otto
sono stati scelti per aver contenuto, operando in modo concreto, gli effetti
della crisi con benefici tangibili per gli individui e le comunità in cui sono
inserite.
Alberto Picci