17/03/2012
La
mia avventura come volontaria in servizio civile all'interno del progetto Caschi bianchi in Venezuela si è conclusa ormai da due mesi, sono tornata
alla mia piccola grande realtà in una società ancor più
problematica e triste di quando ero partita. L’esperienza
fantastica e unica come quella di poter vivere in piena condivisone
diretta con persone in difficoltà, che più di tutto hanno bisogno
di amore, di rassicurazione, di quella dignità, negata troppo spesso
da sistemi sociali indifferenti, mi ha dato la possibilità di
crescere e di confrontarmi con una società diversa imparando e
rivalutando anche mie convinzioni o punti di vista prima forse un po’
scontati.
Si può definire un bagaglio culturale ed un'esperienza che
davvero hanno il potere di cambiare la vita delle persone, di certo
tutto questo non si impara considerando immutabili le proprie
convinzioni senza rischiare mai, mettendosi anche in gioco per
“capirci un po’di più” di questo mondo che ci circonda.
Dico questo perché io ho avuto la grande fortuna, come molti altri
ragazzi in Italia, di essere stata selezionata e quindi poi di
partire svolgendo il “mio” servizio civile nazionale all’estero.
Purtroppo ora tutto questo è seriamente compromesso dal mancato
rifinanziamento del servizio civile. Il ministro Riccardi che ne ha
la delega afferma di ritenerlo un’occasione importante per i
giovani e per il Paese, ma contemporaneamente annuncia come non ci
sarà più l’anno prossimo, a meno che non venga rifinanziato. E’
noto come oggi faccia più notizia l’esternazione di questo o quel
personaggio televisivo (la farfallina di Belen inclusa) rispetto a
problematiche di questo tipo però vorrei davvero che nel piccolo di
ognuno di noi iniziasse una riflessione, su come esercitare una
cittadinanza più attiva, ed io per prima mi ci metto.
Vorrei che
facesse più notizia la lotta nonviolenta per valori come la dignità
umana, la giustizia e la necessità di superare le guerre come modo
di gestire i conflitti e così via. Mi sono sentita dire molte volte
nella vita, ma tu Sara non puoi cambiare il mondo da sola, certo che
io da sola non lo posso fare, sarei presuntuosa ed ingenua a
pensarlo, ma ognuno di noi potrebbe fare un piccolo passo verso una
sensibilizzazione personale maggiore, nessuno dice che è facile ma
provarci lo rende più possibile.
Sono partita a marzo 2011
con la speranza che una volta tornata l’economia, un pochino, si
fosse ripresa ed invece quello che vedo sono giovani tristi e
rassegnati che non riescono ad essere soddisfatti ed appagati con
loro stessi, in difficoltà per un lavoro che non trovano, per molte
possibilità negate ed occasioni perse. Una riflessione in
queste settimane mi tormenta, da brava giovane ingenua quale sono, che
di politica ci capisce davvero poco, vorrei condividerla con chi
legge, per capirne un po’ di più: il Governo ancora non
riesce a rinunciare ad armi pericolose e costose come i caccia
bombardieri. Questo implica togliere una quota imponente della nostra
“cassa comune” dalle spese sociali, che invece potrebbero migliorare le condizioni di tutte quelle persone con difficoltà
motorie, problemi economici-familiari, con patologie difficili.
Tutto ciò sembra sempre passare in secondo piano, come se non
esistessero o come a volerli nascondere in virtù della loro bassa
posizione nella scala sociale.
Sì, sono un po’ delusa perché
molti giovani vorrebbero partecipare e fare questa esperienza, ognuno
con le sue di motivazioni ma accomunati dalla volontà di mettersi
alla prova, di provare sulla propria pelle cosa significa amore
gratuito, altruismo, dedizione, cittadinanza attiva. Tutto ciò non
mi sembra giusto e continuando così certo le prospettive di tutti
noi non sono certamente positive.
Sara
Girotto
Lorenzo Montanaro