Non profit, 3.313 Onlus fantasma

Dall'assistenza agli anziani alla lotta contro la fame: attività inesistenti o molto dubbie. L'azione di controllo dell'Agenzia per il Terzo settore che il Governo vuole chiudere.

Così il Governo ha detto di voler chiudere l'Agenzia

29/02/2012

E' ufficiale: l'Agenzia per il Terzo Settore sarà cancellata. A confermarlo, al Villaggio Solidale, il salone del volontariato italiano, è stato Danilo Giovanni Festa, direttore generale per il Volontariato, l’associazionismo e le formazioni sociali del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. «Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’abrogazione dell’Agenzia del Terzo settore – ha annunciato Festa - e le sue funzioni passeranno quindi al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. E’ vero, solo un anno fa avevamo fatto un intervento sull’Agenzia. Ma da allora tante cose sono cambiate nel nostro Paese…». Mentre il Consiglio dei Ministri stava varando la manovra fiscale, sempre nel corso del salone del volontariato italiano organizzato a Lucca dal Centro Nazionale per Volontariato in collaborazione con la Fondazione Volontariato e Partecipazione e il Cesvot, Emanuele Rossi, consigliere dell'Agenzia, aveva dichiarato di non conoscere "le ragioni" della chiusura. «Nessuno - ha aggiunto Rossi - ha mai spiegato nulla. Né a me né agli altri consiglieri dell’Agenzia. Forse si vogliono risparmiare quei 15 mila euro annui che rappresentano il ‘costo’ dell’Agenzia».

Rossi, inoltre, ha chiesto maggiore coerenza. «Lo scorso anno, dopo un lungo e laborioso iter, è stato varato un decreto che ha rivisto l’attività dell’Agenzia. Oggi, a distanza di appena un anno - ha aggiunto - si parla di chiusura. Ci vorrebbero un minimo di coerenza e di serietà».   Danilo Giovanni Festa risponde a Rossi a distanza di un giorno dal palco del convegno sulla legge 266 e la normativa regionale organizzato a Villaggio Solidale. «Il bilancio dell'Agenzia non era particolarmente significativo, ma in questa fase era importante dare un segnale in questa fase difficile per l'Italia».

Festa, nel convegno di Lucca in cui si è discusso sui possibili sviluppi per il volontariato italiano in questa fase sospesa tra federalismo e prospettive di riforma, è inoltre intervenuto dicendo che la legge quadro sul volontariato andrebbe rivista. «Dal 1991, anno della sua approvazione, si sono alternati molti governi - commenta il direttore generale del Ministero -. Ci sarebbe stato tutto il tempo per cambiare la legge 266, ma ciò non è avvenuto. Anche perché - aggiunge Festa - c’erano forti resistenze da parte dello stesso mondo del volontariato. Comunque al momento non è un argomento al tavolo di questo Governo, anche se la forza per cambiarla l’avrebbe, visto che è intervenuto in ambiti ben più difficili».

Festa ritiene che l'esigenza di modificare la legge sia una naturale conseguenza.
«E' cambiata parte della normativa e sono cambiati anche i nostri orizzonti culturali, ma ci sono degli aspetti della legge - precisa Festa - sui quali esistono ancora dei ritardi. E' ad esempio il caso dei Registri regionali». Festa ha poi osservato che un altro aspetto importante sul quale bisognerebbe intervenire è il sistema dei Coge, i Comitati di gestione dei fondi per il volontariato. «Un sistema che va rivisto e migliorato perché - dichiara il direttore generale per il volontariato - bisogna fare i conti con la realtà e con la mancanza di risorse che durerà almeno per i prossimi cinque anni. Per la direttiva 266 dovremo avere 2milioni e 7 milioni per la 383. Ma tutti noi sappiamo che non saranno sufficienti. L’utilizzo dei fondi Coge, perché possa essere davvero un aiuto fondamentale al volontariato, andrebbe definito meglio».  

FamigliaCristiana.it - RedattoreSociale.it
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