29/02/2012
Il sottosegretario Maria Cecilia Guerra, Foto Imagoeconomica
«Ci sentiamo caricati di una forte responsabilità e abbiamo il giusto entusiasmo per poter metterci al servizio. Ora inizia un percorso importante». Sulla chiusura dell'Agenzia per il Terzo settore, al salone del volontariato italiano "Villaggio Solidale" svoltosi a Lucca, è intervenuta Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle politiche sociali. «Il Consiglio dei ministri – ha affermato Guerra - ha effettivamente preso la decisione di trasferire le competenze dell'Agenzia alla Direzione per il volontariato e l’associazionismo insediata nel nostro ministero». Per il sottosegretario, a seguito della soppressione dell'Agenzia saranno avviati due percorsi.
«Da un lato - spiega Guerra - organizzeremo un sostegno di tipo consulenziale e collaborativo sulle cose pratiche. Cominceremo con la conoscenza del settore, che approfondiremo anche dal punto di vista fiscale e giuridico. Ma lavoreremo anche sul rapporto con altre amministrazioni e con l'Agenzia delle Entrate. Sappiamo che questi sono temi delicati». Il ministero desidera poi "proseguire con l'analisi delle ispezioni", ha aggiunto il sottosegretario. «Vorremo capire e definire bene il mondo delle associazioni di promozione sociale e delle Onlus per difenderlo dalle 'false Onlus'. Nello stesso tempo - precisa - potenzieremo, anche attraverso gli Osservatori, le funzioni di conoscenza, promozione e interlocuzione».
Per Maria Cecilia Guerra questo processo "parte da subito" anche se il passaggio di consegne "avrà bisogno di un paio di mesi al massimo". Poi Guerra ha confessato: «Onestamente avevamo già cominciato a fare un piano di lavoro. Avevamo già pensato a come far fronte agli adempimenti necessari». Il sottosegretario, che ha partecipato al salone di Lucca per il convegno dal titolo "Il volontariato e il terzo settore, tra crisi economica e trasformazione del modello di welfare", ha parlato anche del rapporto tra istituzioni e associazioni. «Il sostegno che le istituzioni possono dare al volontariato è fondamentale. Dobbiamo sostenerlo con i fatti – ha precisato Guerra - non con le parole. Il rischio è che venga scaricato sul volontariato una responsabilità che dev'essere anche pubblica. Insieme devono però creare sinergie. Perché gli obiettivi sono comuni, prioritari e difesi da entrambi».
«Con l’obiettivo di ‘contenere’ la spesa pubblica, si perde uno strumento di promozione, ma anche di vigilanza e controllo, fondamentale per il terzo settore». E' il commento del Forum del terzo settore alla soppressione dell’Agenzia per il terzo . «Siamo fortemente contrari - dichiara il portavoce del Forum, Andrea Olivero – a questa decisione presa dal Governo, peraltro in totale contraddizione con i segnali di attenzione che finora ci aveva mostrato. L’Agenzia per il terzo settore, seppur ente di emanazione governativa, ha svolto un importante ruolo di ‘terzietà’ tra organizzazioni non profit e istituzioni, ruolo che le ha permesso di essere autorevole strumento di controllo, trasparenza e promozione del terzo settore in modo autonomo e non immediatamente legato all’azione di governo. Sopprimere l’Agenzia - prosegue il portavoce - per risparmi del tutto inconsistenti, è quindi una scelta miope, foriera di gravi conseguenze per tutto il terzo settore, che ne va a minare la sua articolazione organizzativa e soprattutto la sua autonomia».
«Chiudere l’Agenzia – prosegue Andrea Olivero – ed affidarne le competenze al ministero del Lavoro e delle politiche sociali è un brutto segnale politico; significa infatti ridurre il terzo settore al solo ambito del welfare, non riconoscerne la multiformità delle iniziative e il ruolo fondamentale di leva per la crescita del Paese. È un’iniziativa che va a sommarsi ad altri brutti segnali che il governo ha dato nell’ultimo periodo, come le contraddittorie dichiarazioni sul 5x mille, l’estensione dell’Ici e dell’Imu, e l’ulteriore inasprimento dei controlli fiscali sul terzo settore».
Infine – conclude Olivero – la decisione è tanto più grave quanto il fatto che sia stata presa senza alcuna interlocuzione con il nostro mondo. Da parte nostra ci siamo sempre posti in un ottica di dialogo con il governo e da sempre abbiamo rappresentato un soggetto vocato a rappresentare il bene comune, non certo una lobby di interessi. Non ascoltare le nostre istanze è una grave scorrettezza e manifesta un’assoluta mancanza di sensibilità. Ci aspettiamo che, alle prese di posizione avverse a questa risoluzione, arrivate da parte di numerosi esponenti di tutte le forze politiche, ne seguano ulteriori e che il provvedimento venga modificato dal Parlamento. A sostegno di questa nostra richiesta attiveremo da subito azioni di sensibilizzazione e mobilitazione tra tutte le nostre associazioni e nel territorio. Al Governo chiediamo che mostri segnali di attenzione verso il terzo settore, in coerenza con quel senso di responsabilità e partecipazione che da sempre sosteniamo»”.
Per Michele Mangano presidente dell’Auser “siamo in presenza di una scelta autoritaria ed unilaterale che non tiene conto delle serie motivazioni che la stragrande maggioranza delle associazioni del Terzo settore avevano evidenziato contro una tale decisione”. Per l’organizzazione “con questa scelta burocratica si assesta un grave colpo al mondo del Terzo Settore che con la chiusura dell’Agenzia perde una interlocuzione competente e qualificata sulle tematiche che investono il complesso mondo dell’associazionismo”. E conclude: “Registriamo, ancora una volta, la indisponibilità al dialogo ed al confronto che non lascia intravedere un futuro costruttivo e sereno nelle relazioni tra Governo e Terzo Settore. Le forze politiche che sostengono questo Governo non possono rimanere insensibili e tacere di fronte a questa scelta arbitraria e contraddittoria”.
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