Il decalogo negli anni del relativismo

Il primato della discrezionalità individuale porta a un modello morale in cui le scelte sono in mano ai singoli. I Comandamenti perdono la capacità di regolare (anche) la vita sociale.

03/03/2011

Nel nostro contesto secolarizzato, la capacità della Bibbia e in generale della religione di fungere da fondamento morale nelle scelte appare decisamente più in difficoltà che in passato. Il relativismo, da questo punto di vista ha portato alla coesistenza di riferimenti morali e normativi diversi tra loro e ha ridotto il peso e la capacità prescrittiva della morale religiosa. In una recente indagine condotta tra i giovani italiani (I giovani di fronte al futuro e alla vita con e senza fede, Istituto Iard– progetto Passio 2010), ad esempio, la capacità della fede di aiutare a distinguere il bene dal male era sottoscritta dal 72 per cento dei cattolici praticanti, dal 41 per cento dei non praticanti e solo dal 12 per cento dei non credenti. Il riferimento morale religioso appare ancora rilevante di fronte alle grandi questioni etiche che riguardano la vita e la morte, ma si sfuma decisamente in altri ambiti quali i comportamenti sessuali e le relazioni interindividuali della quotidianità. Il primato della discrezionalità individuale porta ad un modello morale in cui la scelta pratica è nelle mani del singolo che sempre meno si affida a modelli di riferimento consolidati e sempre più produce di volta in volta risposte fortemente condizionate dal contesto e dalla connotazione emotiva della situazione che è chiamato a giudicare. In questo senso il riferimento ai Dieci comandamenti perde la sua dimensione strettamente normativa e regolativa della vita sociale, per trasferirsi più sul piano dei principi individuali a cui ricondurre le diverse fattispecie della quotidianità. In questo ambito i Comandamenti si contendono lo spazio morale con una più vasta gamma di orientamenti filosofici e politici che caratterizzano i modelli di interpretazione e di regolazione delle società contemporanee. I Comandamenti sono quindi percepiti sempre meno come leggi e sempre più come orientamenti morali, da interpretare all’interno dei diversi contesti e delle diverse situazioni della vita quotidiana. Non solo, ma la mediazione tra individuo e norma morale tradizionalmente offerta dalle istituzioni sociali (Chiesa, Stato, etc…) sembra venire meno, per cui non solo il valore della norma è sempre più relativo, ma la sua interpretazione è la sua applicazione sono sempre più di tipo individualistico e, in ultima analisi, discrezionale.

Riccardo Grassi, sociologo, Istituto Iard, Istituto superiore di Scienze religiose di Novara
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Articoli correlati

I Dieci comandamenti nella letteratura

La letteratura contemporanea non ha il suo “Decalogo”, come è successo al cinema con la grande opera di Kieslowski, anche se però alcune interessanti rivisitazioni dei dieci comandamenti sono da...

Fulvio Panzeri

La legge di Dio e le leggi degli uomini

Fabrizio De André, in una canzone dura, definì un giudice “arbitro in terra del bene e del male”. Ma non è per questo ruolo, ammesso che si possa davvero accettare questa definizione,  che abbiamo...

Elisa Chiari

La bussola per una società più giusta

Si imparavano a memoria, come le tabelline algebriche. E c’erano quelli più difficili, quelli più facili. Esattamente come i moltiplicatori dei numeri da uno a dieci. Chi ha qualche anno sulle...

don Antonio Sciortino

Grun: dieci buoni motivi per essere liberi

Esistono nella nostra Europa secolarizzata oasi di spiritualità dove Dio è ancora al centro, dove è permesso ritrovare un ritmo più umano, dove una comunità monastica, con la sua vita, il suo...

Stefano Stimamiglio

Bibbia, un tesoro dimenticato

Il 75 per cento degli italiani (l’84 per cento dei praticanti) possiede in casa una copia della Bibbia. Il nostro Paese si colloca prima di Spagna, Francia, Russia e Olanda, ma dietro la Polonia...

Famigliacristiana.it

Comandamenti, un film in dieci film

Che cosa c’è meglio del Decalogo per parlare del Decalogo? Non si tratta di un giochetto di parole, dove per definire un concetto si usa lo stesso termine cadendo così in un circolo vizioso. La...

Enzo Natta

Ravasi e il primo Comandamento

LA STORIA DI UN INCONTRO INATTESO IL PATTO CHE DONA LA LIBERTÀ ALL'UOMO “Al terzo mese dall'uscita dall'Egitto, la terra della schiavitù, gli Israeliti arrivarono al deserto del Sinai e si...

Gianfranco Ravasi

Il giorno della festa integrale

Un tempo era evidente che la domenica ruotava attorno alla celebrazione comunitaria della Messa. Oggi sembra invece che non sia domenica senza la partita di calcio o il Gran Premio automobilistico...

a cura di Saverio Gaeta (da "I Comandamenti", Mondadori, 2001)

Maestra, perché solo divieti?

Come si insegnano i Comandamenti nella scuola elementare? Ne parliamo con Edi Giovanetti, da 23 anni docente di religione, a Napoli. Lei come spiega i Comandamenti ai bambini? «Partendo...

Rosanna Precchia

Il terzo Comandamento al cinema

Ricordati di santificare le feste. Il numero 3 del Decalogo di Krzysztof Kieslowski parte ancora una volta da una provocazione: una donna costringe l’amante, sposato e con prole, a trascorrere...

Enzo Natta

Una festa da condividere nel mondo

Il rapporto tra l'uomo e il Signore richiede il tempo dedicato al riposo e alla santificazione. Ripubblichiamo l'articolo del teologo Secondo Mazzarello, scritto per Famiglia Cristiana n.8 del 20...

Secondo Mazzarello, teologo

Padri e e figli, finalmente la pace

Onora il padre e la madre. Nel film numero 4 del Decalogo di Krzysztof Kieslowski una ragazza scopre che l’uomo da sempre ritenuto suo padre in realtà non ha alcun legame di sangue con lei. Il...

Enzo Natta

La verità della famiglia

Come mai, all’interno del Decalogo, c’è questa forte puntualizzazione sulla famiglia?

a cura di Saverio Gaeta (da "I Comandamenti", Mondadori, 2001)

"Non uccidere", il grido del cinema

Non uccidere. Il titolo del quinto episodio del Decalogo di Krzysztof Kieslowski si riferisce a un giovane balordo, probabilmente con problemi psichici, che senza alcun motivo ha ucciso...

Enzo Natta

L'ossessione del peccato di desiderio

Ancora una volta Krzysztof Kieslowski gioca a ribaltare il fronte e a rovesciare la situazione. In Non commettere atti impuri lo fa però senza sofisticati paradossi ma sovvertendo il sesto...

Enzo Natta

Tettamanzi: il dono della sessualità

Tra la formulazione dell’Antico Testamento, «Non commettere adulterio», e quella del Nuovo Testamento, «Non commettere atti impuri», c’è un evidente passaggio. Di che si tratta?

a cura di Saverio Gaeta (da "I Comandamenti", Mondadori, 2001)

Non desiderare la donna d'altri

Non desiderare la donna d’altri. Nel nono episodio del Decalogo Krzysztof Kieslowski mette in scena un altro dei suoi casi inquietanti (scopertosi impotente, un uomo si interroga sulla validità...

Enzo Natta

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati