Povera schiena

Lavori pesanti, in piedi per ore, o seduti alla scrivania davanti al computer. E ancora, sollevare pesi e la fatica in gravidanza. Se il mal di schiena è in agguato, ecco i consigli.

Sedentarietà dolorosa

18/04/2012
(Foto Getty)
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Il mal di schiena, evidenziano le statistiche sanitarie, tormenta un italiano su quattro: 15 milioni di persone. Anche i più giovani devono fare i conti con lombalgie, sciatalgie, dolori cervicali, contratture delle spalle e del collo. Una sofferenza che ha origini lontane, come sottolinea il fisiatra Stefano Respizzi, direttore del Dipartimento di riabilitazione e recupero funzionale dell’Istituto clinico Humanitas di Milano. Ma che oggi, il più delle volte, è imputabile alla sedentarietà, a modi errati di camminare, guidare, lavorare, sedersi, guardare la Tv, stare a letto, e al naturale invecchiamento.

Perché viene il mal di schiena?

«L’ipotesi più ragionevole sotto il profilo biomeccanico è che la nostra colonna vertebrale sarebbe stata inizialmente concepita per un mammifero quadrumane o quadrupede, anziché per un bipede come siamo poi diventati. Il passaggio alla postura eretta ha comportato un’evoluzione dell’impalcatura ossea dorsale che, per garantire equilibrio al corpo, ha dovuto modificarsi assumendo un andamento a curve. Questa forzatura l’ha resa più instabile e perciò più soggetta ad andare in sofferenza, specie nei tratti cervicale e lombare, i più esposti alle sollecitazioni. Bisogna poi considerare che il corpo invecchia e che quindi anche la colonna si degrada, in ciò pochissimo o per nulla aiutata dal modo di vivere occidentale. Il risultato è che circa l’80 per cento delle persone almeno una volta nella vita deve fare i conti con i dolori alla schiena».

(Foto Getty)
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Chi ne è più colpito?

«Il mal di schiena non guarda in faccia nessuno, non fa distinzioni di genere, età, censo, categorie professionali. Certo, alcuni sono più tartassati: oltre agli anziani, ci sono gli obesi e lavoratori come gli autoferrotranvieri, gli autotrasportatori, gli addetti alla movimentazione di carichi pesanti, quelli che devono restare a lungo fermi in piedi o seduti».

Sorprende che oltre un terzo dei bambini e degli adolescenti abbia problemi alla colonna vertebrale. Colpa dello zaino zeppo di libri e quaderni?

«Lo zaino c’entra fino a un certo punto anche perché, specie alle elementari, parte degli alunni fa in auto il tragitto casa-scuola e ritorno. Il fatto è che bambini e ragazzini stanno seduti per molte ore al giorno, non solo tra i banchi. È tale postura statica a condizionare sensibilmente lo sviluppo della loro colonna, tanto più in maniera negativa quanto più viene tenuta a lungo impropriamente. Una posizione scorretta può provocare dolori già a 6-7 anni e favorire o accentuare squilibri, per fortuna correggibili, del naturale assetto della schiena. È dunque fondamentale insegnare fin da piccoli ai bimbi a stare seduti come si deve, oltre che stimolarli a muoversi, giocare all’aperto, fare sport per crescere in modo armonioso ed evitare di portare in dote il mal di schiena all’età adulta».

Insomma, bisogna avere riguardo della propria schiena a qualsiasi età. Che si deve fare, in particolare dopo l’adolescenza, per prevenire malanni?

«Rinforzare e rendere più reattivi i muscoli della zona che gravita attorno al bacino, il centro di gravità del corpo, e che servono a dare stabilità, a proteggere appunto la salute della colonna vertebrale, a controllare forza e coordinazione dei movimenti: addominali, ossia retto, obliqui, trasverso, dorsali, glutei, pelvici, adduttori e flessori dell’anca. Poi, cercare di correggere abitudini e posture che logorano la schiena. Infine, attività motoria. Secondo uno studio dell’American cancer society, stare seduti più di sei ore al giorno aumenta la mortalità rispetto a chi sulla sedia passa meno di tre ore. Non ci vuole molto: basta camminare 30-40 minuti al dì, salire le scale a piedi, fare ginnastica a corpo libero 3-4 volte la settimana».

Quali cure quando la schiena duole?

«Per lenire il dolore, oltre al riposo, c’è un ampio ventaglio di farmaci antidolorifici e antinfiammatori in forma di gel, creme, cerotti transdermici, pastiglie, capsule, fiale per iniezioni. I cerotti agiscono anche se non vengono applicati direttamente sulla parte sofferente, in quanto il loro principio attivo si diffonde tramite il circuito sanguigno sottocutaneo. Bisogna comunque accertare la causa del male in un organo complesso quale è la schiena, composta da ossa, muscoli, legamenti, nervi, midollo spinale. Possono andar bene fisioterapie, con o senza manipolazioni, sia per decongestionare la muscolatura contratta, sia per potenziarla. Oppure è necessario ricorrere a terapie chirurgiche, convenzionali o microinvasive».

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