18/04/2012
Capita sovente», afferma il dottor
Pier Giorgio Benaglia, docente
a contratto di Biomeccanica e
kinesiologia applicata all’Università
dell’Insubria, «di svegliarsi al mattino
con la schiena dolente. Sotto accusa
viene messo il materasso, che quasi
mai risulta colpevole. Non si sospetta
che la responsabilità è del modo
in cui si è stati seduti il giorno prima.
E sul banco degli imputati non c’è
solo la sedia della scrivania, ma
pure lo sgabello del tavolo di lavoro
e la poltrona del salotto di casa».
«Quando ci sediamo», spiega
l’esperto, «si modifica la curvatura
del tratto lombare della colonna
vertebrale e ciò comporta un
sovraccarico che, dopo un certo tempo,
origina tensioni muscolari e articolari.
E queste si fanno sentire in seguito
con dolorosa sofferenza. È stato
scientificamente dimostrato che
un’immobilità protratta per circa 3 ore
accresce di 15-20 volte il rischio
di lombalgia. Si comprende quanto sia
essenziale potersi sedere su qualcosa
che assecondi la naturale postura
della schiena e favorisca lo scarico
delle sollecitazioni».
Purtroppo le sedute convenzionali,
quelle più diffuse a casa, a scuola,
al lavoro, non aiutano le dinamiche
del corpo e della schiena in particolare,
anzi le penalizzano. Per fortuna la
bioingegneria e l’ergonomia hanno
permesso di sviluppare sistemi
di seduta (sedie, sgabelli, finanche
poltrone) basculanti o oscillanti, capaci
di migliorare la distribuzione dei carichi
corporei e, soprattutto, di trasferire
verso il basso (sulle ginocchia e sui
piedi) quelli gravanti sul rachide.
Con ciò rendendo possibile rimanere
seduti più a lungo, senza affaticarsi.
Queste sedute, inoltre, facilitano
i movimenti del corpo e consentono
di assumere differenti posture,
lasciando sempre la colonna
nel suo assetto fisiologico, con
benefici anche per la respirazione
e la circolazione del sangue.
Una ricerca promossa dall’azienda
Variér (www.varier.it) ha messo a
confronto una seduta convenzionale
e una basculante, entrambe senza
schienale per annullare l’effetto di
supporto sulla postura. E la seconda
ha mostrato, rispetto alla prima, una
maggiore capacità nel sostenere
la naturale curvatura della schiena
e nel neutralizzare gli squilibri
che affaticano vertebre, muscoli,
articolazioni e legamenti.