10/03/2012
La polizia a Komotini, in Grecia, dove Dimitris Manikas, un operaio 52enne, ha preso in ostaggio alcuni lavoratori dopo essere stato licenziato (foto Ansa).
Komotini è una piccola città del nord della Grecia, capoluogo della provincia della Macedonia orientale e Tracia. Una regione tradizionalmente povera, dove risiede la grande parte della minoranza turca che vive nel Paese. Qui, nella mattinata del primo marzo, Dimitris Manikas, un operaio 52enne da poco licenziato, è entrato nella sede del suo vecchio posto di lavoro e ha preso in ostaggio alcuni lavoratori.
Si è consegnato alla polizia dopo 11 ore di trattative, ma prima è riuscito a ferire a colpi di fucile tre ostaggi, tra cui il suo ex capo. Manikas, senza lavoro da mesi, sosteneva che l'azienda gli dovesse ancora 31mila euro di arretrati. «Il gesto di uno squilibrato, anche se portato alla disperazione» è stato il giudizio condiviso. Ma anche un episodio che fa suonare un preoccupante campanello d'allarme, per un Paese che, giunto al suo quarto anno di recessione, stenta a vedere la luce alla fine del tunnel.
Senza tetto nel cuore di Atene (foto Ansa).
La crisi economica greca, ormai da tempo si è trasformata in una
pesantissima crisi sociale. Davanti alle mense dei poveri, organizzate
principalmente dalla Chiesa ortodossa, nell'ultimo anno le file si sono
allungate a dismisura. Ce ne sono una ventina solo ad Atene. Di fronte a
quella della Santissima Trinità, a due passi dal porto del Pireo, le
code attraversano la superstrada a quattro corsie. Effetti inevitabili
di un Paese al collasso dal punto di vista dell'impiego: il tasso di
disoccupazione a novembre ha raggiunto il 20,9%.
Un esercito di senza lavoro da un milione di persone, raddoppiato
rispetto al 2009, quando se ne contavano 530mila. Nella fascia di età
tra i 15 e i 24 anni a non avere un posto di lavoro è addirittura il
48%. E la situazione non può che peggiorare: da qui al 2015 solo nel
settore pubblico sono previsti 150mila esuberi. Gli stipendi minimi (751
euro lordi) in virtù del nuovo piano di tagli appena varato dal
Governo, caleranno del 22%, addirittura del 32% sotto ai 25 anni di età.
Savas Robolis, numero uno del principale istituto greco di ricerche sul lavoro.
«Non sappiamo dove andare a sbattere la testa - spiega Irini Kofopoulou,
una giovane insegnante che fa parte del movimento degli Indignati di
piazza Syntagma - ci costringeranno a emigrare tutti». E di ripresa
dell'economia non v'è traccia, anzi. «Secondo le nostre stime - spiega
Savas Robolis, numero uno del principale istituto greco di ricerche sul
lavoro l'Ine/Gsee-Adedy - la recessione peggiorerà di un punto
percentuale già nel 2012: se le previsioni erano di un Pil a -3%,
andremo a -4%. La disoccupazione potrebbe aumentare quest'anno di tre
punti: avremo 50mila senza lavoro in più».
Federico Simonelli