Titanic, da cent'anni nel mito

Un museo in Irlanda, decine di libri e di film, ricostruzioni e ricordi. La tragedia del Titanic resta un mito della modernità e un grande generatore di racconti.

Da dove partì il Titanic

13/04/2012
molo da cui sono partiti i tender che portavano al Titanic
molo da cui sono partiti i tender che portavano al Titanic

Sembra incredibile che il porticciolo di Cobh, un delizioso paese di casette colorate, vicino Cork, nel sud dell'Irlanda sia stato quello da cui è partita la nave più grande e lussuosa dell'epoca. A quel tempo, però, Cobh era un hub del traffico transoceanico importantissimo, una sorta di Heatrow dei nostri tempi.


Ogni giovedì una nave partiva da Liverpool per New York ma faceva prima scalo qui per imbarcare i passeggeri e la posta. Per non perdere tempo si veniva traghettati a bordo del Titanic che aspettava al largo e l'ultima fermata era alla stazione ferroviaria per prendere l'ultimo sacco di posta da spedire. L'operazione richiedeva così appena 20 minuti, molto meno dei tempi di imbarco attuali di un aereo.

Michael Martin e targa commemorativa del Titanic
Michael Martin e targa commemorativa del Titanic

Lo storico Michael Martin, ideatore di “The Titanic Trail”, accompagna i turisti in speciali tour della memoria: “Mi piace raccontare la storia dei 113 passeggeri di terza classe, come Margaret Rice e i suoi 5 figli, che tornavano in America dopo un breve soggiorno a Cobh. La loro storia rappresenta la più grande tragedia di una famiglia irlandese a bordo. Come molti altri viaggiatori non avevano mai lasciato il loro paese e non erano mai saliti su una nave. Così parteciparono a una messa alle 7 del mattino in Cattedrale, dove tutti andavano a cercare conforto spirituale prima di affrontare il viaggio. All'epoca bisognava osservare un digiuno di 12 ore prima di accostarsi alla Comunione e così c'era giusto il tempo di fare colazione dopo la messa e imbarcarsi”.

Oggi a Cork è facile rivivere quel viaggio perché strade, porto ed edifici della città sono rimasti com'erano un secolo fa. Si vede ancora il molo in legno da cui partirono i battelli per portare i passeggeri a bordo del Titanic, uno per quello di prima e seconda classe e uno per quello di terza. Nell'ufficio della compagnia di navigazione dell'epoca, la White Star Line, è stato allestito un museo “Titanic Experience Cobh” nel quale si viene accompagnati per mano nelle cabine e nei saloni, dove vengono illustrati i momenti dell'impatto, dell'agonia e dell'ultimo sussulto prima del naufragio.
Entrando si riceve il biglietto con il nome e l'età di un passeggero del Titanic imbarcatosi qui e solo alla fine si scopre quale sarebbe stato il nostro destino. Io, Roger Tobin, 22 anni, non ce l'ho fatta. Il porto di Cobh era nel secolo scorso trafficatissimo, in quanto epicentro dell'emigrazione irlandese.
Solo 3 anni dopo il Titanic, poi, un'altra tragedia colpì la città: venne affondato pochi chilometri al largo il transatlantico Lusitania da un siluro sparato da un sommergibile tedesco U20. L'affondamento fornì agli Stati Uniti la scusa per l'intervento nella prima guerra mondiale. La generosità degli abitanti di Cobh, che uscirono subito in mare con le loro barche, fece sì che vennero salvate e ospitate per il tempo necessario 761 persone, ben più dei sopravvissuti del Titanic.

Gabriele Salari

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