Don Sciortino

di Massimo Bettetini

Massimo Bettetini, 45 anni, è psicoterapeuta, psicologo della fiaba, poeta. Da anni si dedica al mondo della famiglia, dell'adolescenza, dell'editoria, amalgamando al lavoro "sul campo" quello di scrittore.

 
25
ott

Adolescenti in casa: che fare?

Il problema adolescenti è quanto mai vivo, ovunque. In realtà, diciamolo subito per non perderci, c’è sempre stato, perché sempre ci sono stati ragazzi che non avevano voglia di crescere, e anche oggi ci troviamo a parlare con tanti adulti (anche nonnetti) che non è che siano infantili; più semplicemente sono immaturi. E hanno tutte le possibilità di raggiungere le tappe opportune e divenire persone grandi, capaci di farsi carico dei problemi altrui a facilitarne la soluzione, o, per lo meno, avvicinare al cambiamento. Bisogna cercare di mettersi in discussione, guidati e facilitati nel compito da persone capaci.

Ciò detto, la nostra interfaccia, ovvero gli ormai quasi 28.000 iscritti alla Pagina Essere Genitori di Facebook (e possiamo sottolineare il numero con un pizzico di orgoglio), ci domanda e si domanda che cosa fare con i giovani adolescenti in casa. Nell’area "Discussioni" si è parlato di tutto, delle cose che stanno più a cuore, della paura di sentirsi soli nell’affrontarli perché il rischio è un po’ quello di palleggiare le difficoltà tra coniugi; mentre è importantissimo che la linea educativa sia unica e concorde, che anche le ansie, insomma, siano condivise. La coppia, in questo, può aprirsi agli altri, e chiedere gli aiuti necessari alle persone giuste. Non ci stancheremo mai di ripetere il consiglio di rivolgersi al pediatra, qualora si facciano vivi disturbi continuati difficilmente spiegabili. Non è al primo starnuto del bambino che devo chiedere aiuto al luminare, ma se la preoccupazione incalza, lui può essere il primo interlocutore adatto. E se non lui, altre figure di riferimento quali il sacerdote, l’amico di vecchia data (dotato di saggezza…), ecc. Altro problema è quello legato all’uso della televisione e di altri elementi simili, come Internet.

Ma si è soli o no nell’educazione dei figli? Cercando di riassumere, ho affermato all’interno della Discussione: «Forse in alcuni luoghi bisogna creare una rete di aiuti che tenga. Per cui i figli, assenti o presenti che siano i genitori, frequentano comunque un ambiente condiviso dai medesimi genitori. Questo è importante. Ci si può mettere d'accordo tra famiglie, tra amici o tra parenti. Per quanto concerne l'autorità, penso sia uno di quei paletti da mantenere a tutti i costi, aiutata sempre dal buon senso che non fa cadere nel fanatismo o nella severità eccessiva. E se sono troppe (lo sono davvero) le trasmissioni televisive che incollano allo schermo e comunicano valori negativi, si può fare qualcosa, a cominciare dallo spegnere la TV o cambiare programma, al segnalare il proprio malcontento a chi questi programmi trasmette. La mancanza di contenuto può in fine essere colmata da una serie di contenuti positivi trasmessi dai genitori ai figli con l'esempio, con letture costruttive, imparando a godere anche della bellezza dell'arte e della natura, insegnando il rispetto per se stessi e per gli altri».

Possiamo davvero fare tanto per gli adolescenti, nel tentativo di fornire loro gli strumenti idonei per diventare grandi, in grado di lasciare luminose tracce al proprio passaggio che non saranno cancellate dalle onde della dimenticanza.

Pubblicato il 25 ottobre 2010 - Commenti (0)
18
ott

E i genitori si ribellano!

Mentre sto scrivendo, abbiamo raggiunto e superato i 27.000 iscritti alla Pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana. Settimanalmente manteniamo aggiornati e forniamo numeri che effettivamente ci confermano nel lavoro e ci incoraggiano, spingendoci al di là delle prospettive.

     Continuano i messaggi brevi e continuano le Discussioni importanti. Noi cerchiamo di rispondere in tempo reale; cosa che, data la fantasia del web, non sempre è possibile, per fortuna: significa che il traffico è davvero intenso…

     Una cosa ci ha positivamente colpito negli ultimi giorni. I genitori, possiamo dirlo, si ribellano. Ma a che cosa? Essenzialmente i genitori, senza essere bacchettoni, si ribellano allo squallore di un certo tipo di televisione. Hanno scritto. Titolo Discussione; Grande fratello 11: «Avevano detto che dopo la sesta edizione non l’avrebbero più fatto, siamo arrivati all’11ª edizione…»; «Ne ho visto 10 minuti della prima puntata della prima serie e avevo già la nausea, mi hanno detto che le prime due edizioni erano ancora peggio per contenuti e volgarità, eppure continua ad essere di moda e stravisto!!!».

     Che dire? In effetti dice bene chi vuole intervenire per rendere i produttori e distributori di alcune trasmissioni consci di quanto portano nelle case degli spettatori, anche nelle ore in cui i bambini sono davanti alla TV, e fanno anche bene a denunciare come vi siano però tanti, troppi genitori, che, loro per primi, non vedono l’ora che inizino quegli spettacoli.

     Il discorso è importante perché pone l’attenzione sul dialogo che si viene a creare tra genitori, figli, e, detto in parole semplici, quel che entra in casa attraverso la televisione. Già avevamo accennato a questi temi, parlando di Internet e del controllo genitoriale sui siti frequentati dal computer di casa. Possiamo aggiungere che la prima responsabilità è proprio dei genitori, che è bene approfondiscano in se stessi cosa e perché vogliono vedere certe trasmissioni, per sapere poi proporre valide alternative, qualora si accorgano che quel che entra in casa non è del tutto congruente alle mete educative.

     La superficialità con cui talvolta sono affrontati questi temi rende purtroppo ragione di molte non belle sorprese in ambito pedagogico. Accogliamo quindi con molto ottimismo gli interventi di chi propone la novità della ribellione a un certo tipo di spettacolo, che non significa castrare o comunque inibire gli animi, ma aprirli a contenuti più ricchi e stimolanti.

Pubblicato il 18 ottobre 2010 - Commenti (0)
11
ott

Ottima palestra!

Se la Pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana è assestata ben oltre i 26.500 iscritti, davvero ci rallegra la gratitudine di tanti che ci gridano, con tanto di punti esclamativi, la gioia nell’averla scoperta, o la ricchezza dei suoi contenuti. E, dobbiamo dire, questi ultimi si stanno vivacizzando ancor di più, tanto che nascono nuovi temi di Discussione, ben al di là delle previsioni.

La certezza di star costruendo qualcosa di grande con la propria famiglia si mescola con la paura di… come andrà a finire e di quel che potrà succedere: paura che può ingenerare insicurezza, anche nelle piccole faccende quotidiane.

Contemporaneamente, alcuni fatti di cronaca, di per sé tragici, ci ripropongono la problematica legata all’emulazione, cioè, come diverse volte l’abbiamo già definita, il fornire a persone deboli o fragili, una notizia che manda in frantumi il diaframma che separava la tensione verso un atto lesivo, o auto-lesivo, dall’attuazione del medesimo.

Sommando quanto detto, la Pagina Essere genitori sta diventando un’ottima palestra in cui a un sano realismo si coniuga quella ventata di ottimismo che non prescinde dal vero quotidiano, ma ne sa scorgere la luminosità, forse nascosta, ma pur presente. E questo anche nel poco (che spesso non è così poco). Così ad una mamma preoccupata della sua tenuta nei confronti dei capricci ho suggerito di avere pazienza, perché «ci possono essere mille cause piccole e banali per cui possa sentirsi infastidito. Tieni anche presente che può iniziare a fare capricci... Tra un po’, se le cose non cambiano o peggiorano, parlane con il vostro pediatra, che conosce bene la famiglia. Tieni comunque presente che fattori come la crescita dei denti o altro può dare simili esiti. Tu (per quel che riesci) cerca sempre di farti vedere serena e affettuosa; per lui sarà più facile calmarsi perché se vuole solo attirare l'attenzione su di sé sfonderà una porta aperta e si calmerà».

Importante diventa il reciproco rispetto intraparentale, la valorizzazione di quanto sa fare l’uno e di quanto sa fare l’altro, ma, specialmente, di quel che “è” l’uno e di quel che “è” l’altro. Così i differenti talenti possono arricchirsi vicendevolmente e non stupidamente confrontarsi in una sterile gara. Per fare questo è necessario fornire contenuti positivi. Può sembrare una sciocchezza o il curare con panni caldi, ma non è così.

Gli “umori”, altrimenti, hanno la meglio, e così il tentativo di prevalere sugli altri.

Pubblicato il 11 ottobre 2010 - Commenti (0)
04
ott

Domande antropologiche?

Ormai è inutile dirlo, ma gli iscritti alla pagina Facebook Essere genitori di Famiglia Cristiana crescono ancora e sembra non si voglia fermare questo andamento positivo…

Con la tipica rapidità, gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da un intreccio di pensieri, considerazioni, frasi, consigli dati e ricevuti. Partendo dal più recente, gli ultimi temi trattati nelle discussioni sono stati: Adolescenti in casa, I problemi di una famiglia allargata, Scuola prima dei 6 anni, I vostri bambini e i nonni.

È interessante analizzare questi argomenti. Come si può notare, infatti, pur essendo diversi, mirano tutti a un unico obiettivo, che è quello relazionale, cui sottostà, in ultima analisi, una domanda antropologica. Chi sono Io? Chi sei Tu? Dove stiamo andando, verso cosa ci stiamo dirigendo nel nostro progetto esistenziale? Sono domande fondamentali, specialmente per le eventuali ricadute sui cosiddetti “anelli deboli” della famiglia, che possono essere i nonni (anziani e magari non più fisicamente efficienti come una volta), o anche un/a ragazzo/a in difficoltà per le più diverse ragioni. E importantissimo è e rimane il ruolo che ciascuno svolge, il suo insostituibile ruolo, che va riconosciuto dagli altri. «Tu, per me, sei proprio e solo Tu, e sei insostituibile!».

Diverso è l’atteggiamento nei confronti di una scelta pedagogica, come può essere quella di anticipare l’ingresso di un figlio nel mondo scolastico. A questo proposito, mi sono basato, come spesso cerco di fare, sul buon senso, e ho scritto: «Un semplice parere ce l'avrei anch'io. L'importante, per queste decisioni, è seguire il parere degli insegnanti. Se ritengono che il bambino sia pronto per la scuola... perché no. Però non è sbagliato neppure farli aspettare qualche mese. Anche perché se sono in scuole miste, le bambine crescono di per sé più rapidamente dei maschi e il gap, che diviene maggiore nel caso di bambini che anticipano, potrebbe essere uno svantaggio perché non capiscono che poi matureranno anche loro e raggiungeranno le amichette. In sintesi, senza complicarci troppo, mi affiderei al buon senso dei genitori che se hanno la testa sulle spalle centrano il bersaglio».

Ecco: la cosa fondamentale è e rimane cercare il bene dell’altro, sapendo talvolta mettere un po’ in secondo piano i propri disegni, sogni e desideri, a guadagno di tutti.

Pubblicato il 04 ottobre 2010 - Commenti (0)

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