23/09/2012
I padri conciliari riuniti.
Nella storia della Chiesa, il concilio
Vaticano II rappresenta
un evento del tutto singolare
sotto molti aspetti: nulla di paragonabile
rispetto ai concili del primo millennio
cristiano e a quelli successivi,
per due fondamentali ragioni, per così
dire, di “forma”: perché può essere
considerato il primo
consesso veramente
universale
dal punto di vista
della rappresentanza
geografica e per
l’altissimo numero
dei partecipanti.
vista, i grandi concili
dei primi secoli
facevano riferimento
a una Chiesa e a
un episcopato coincidenti
sostanzialmente
con l’area dell’impero romano
(d’Oriente e d’Occidente), così come
quelli successivi al Mille riguardavano
essenzialmente l’Occidente (essendo
intervenuta, nel 1054, la dolorosa lacerazione
fra Oriente e Occidente). Anche
l’ultimo Concilio celebrato prima
del Vaticano II, quello di Roma del
1869-1870 (il “Vaticano I”), del resto
prematuramente interrotto a causa
dell’ingresso delle truppe italiane a Roma,
registrava una limitatissima presenza
di vescovi non europei. Il Vaticano
II vide rappresentati tutti i continenti e
per la prima volta dette realmente voce
a quel mondo latino-americano nel
quale era andata confluendo una porzione
assai vasta del cattolicesimo.
In una seconda prospettiva, il Vaticano
II può essere considerato unico per
l’elevatissimo numero dei partecipanti.
Il Concilio di Trento si aprì alla presenza
di appena 25 vescovi (successivamente
aumentati, ma non di molto, essendo
state superate le difficoltà politiche
e logistiche che avevano impedito
una maggiore affluenza di padri conciliari);
ma anche il Vaticano I vide presenti
soltanto circa 700 vescovi. Al concilio
Vaticano II parteciparono, invece,
circa 2500 vescovi, dando luogo a
un’assise realmente
ecumenica, quale
mai era stata realizzata
nella storia della
Chiesa. Si trattò,
dunque, di un’assemblea
realmente
rappresentativa, la
cui “governabilità”,
tuttavia, suscitò non
pochi problemi, dalla
lungaggine di talune
discussioni
all’impossibilità pratica
di dare voce a
tutti coloro che avrebbero voluto fare
conoscere il loro pensiero sui punti di
volta in volta in discussione. Ma, nel
complesso, la discussione fu libera e
aperta, senza gli interventi censori, talora
pesanti, che si erano determinati
in alcuni dei precedenti concili.
Giorgio Campanini