04/03/2013
Ayub Masih
Islamabad, Pakistan
Un
tempo era Mohammed Ayub, oggi, col battesimo, è Ayub Masih. “Masih” in
urdu significa “cristiano”ed è l’appellativo che identifica molti dei
fedeli pakistani.
Per Ayub il cambio di nome è stato il passaggio più facile, ma quello
che rappresenta – la conversione dall’islam al cristianesimo – è stata
una svolta di vita tutt’altro che semplice. Irta di pericoli,
difficoltà, minacce di morte.
Nel viaggio verso la fede
cristiana, Ayub ha attraversato “un deserto” in cui ancora si trova,
costretto al nascondimento. Anche se oggi è confortato dagli affetti
della sua famiglia e, soprattutto, dall’aiuto della Provvidenza.
«Da
quando ho abbracciato la fede cristiana, ho perso la mia casa e il
lavoro. Ma io e mia moglie abbiamo una certezza: nella nostra vita c’è
Cristo a sostenerci
e a prendersi cura di noi», dice a Famiglia Cristiana
Ayub, 45 anni, raccontando la storia della sua conversione. Una storia
di salvezza in cui Gesù è venuto «come un tornado a sconvolgere la mia
vita».
Ayub
vive a Sahiwal, cittadina nel cuore della provincia del Punjab, fra
Lahore e Multan. Viene da una famiglia musulmana del ceto medio, lavora
come elettricista
e nel 1998 si sposa con Fatima. Un matrimonio felice, da cui nascono
due figli. La vita sembra scorrere tranquilla, ma un’inquietudine
esistenziale percorre la vita di Ayub. Un giorno un suo collega di
lavoro gli narra la vicenda di un amico, convertitosi
in segreto dall’islam al cristianesimo. Un sentiero pericoloso, perchè
l’apostasia nell’islam è punita con la morte e tanti sono i gruppi
estremisti islamici pronti a compiere, senza indugio, esecuzioni
sommarie degli apostati. «Ero sorpreso e scioccato –
ricorda Ayub – ma sentivo un’attrazione irresistibile, volevo conoscere
quest’uomo. Zubair, questo il suo nome, era riluttante ma, dopo mesi di
insistenza, ha accettato di vedermi».
Ayub Masih con alcuni cristiani pachistani che lo stanno aiutando.
Dopo
alcuni incontri, Zubair regala ad Ayub una Bibbia: qui si accende,
attraverso la Parola, la luce della Grazia. «Leggendo la Bibbia ho
conosciuto meglio Gesù
Cristo, la sua vita, le sue opere, le sue guarigioni», prosegue.
Leggendo, rileggendo, meditando, uno spiraglio della grazia di Dio
squarcia il petto di Ayub. «La storia della Passione di Cristo ha dato
risposta a tutte le mie domande: Cristo è morto per la
mia salvezza!». Quando questa certezza si fa strada nel cuore di Ayub,
la conversione è già avvenuta. E il cuore trabocca di indicibile gioia e
commozione. «Avevo paura di essere messo a morte per apostasia. Ho
aperto il Vangelo e ho trovato le parole di Gesù:
non abbiate paura. Ho messo tutte le mie paure e preoccupazioni nelle
mani di Dio. Ho preso coraggio e sono andato da un sacerdote che mi ha
battezzato».
La
storia della vita di Ayub Masih cambia radicalmente. Ayub ora è immerso
in Cristo, è “una creatura nuova”. Prega perché anche la moglie possa
convertirsi. Fatima
si incuriosisce, vedendo il marito ruminare la Bibbia. Ayub confida
alla moglie di essere un discepolo di Gesù. E le sue preghiere vengono
ascoltate: anche Fatima si converte e viene battezzata. I due figli lo
saranno ben presto.
Le
vicende spinose iniziano ora. La notizia della conversione fa presto il
giro del quartiere e i parenti di Ayub sono i primi a scandalizzarsi e
adirarsi. Dalla
rabbia alle minacce il passo è breve.
Comincia un calvario fatto di
lettere minatorie, mentre loschi figuri piombano nottetempo in casa,
intimando “il ritorno all’islam o la morte”. La famiglia viene cacciata
di casa, proprietà del padre di Ayub. Dopo un attentato
con armi da fuoco, a cui Ayub scampa per miracolo, la famiglia è
costretta a fuggire. E’ un viaggio nel “deserto”, quando non si sa dove
andare e a cosa si andrò incontro. «Eravamo spaventati, ma certi
dell’aiuto di Dio», nota.
Scatta
una gara di solidarietà. Ayub viene accolto da un’altra comunità
cristiana e famiglie di fedeli si prodigano per non fargli mancare
nulla. La vita ricomincia,
in tutt’altro posto, con altro nome. Nel nascondimento ma, finalmente,
nella libertà dei figli di Dio.
Paolo Affatato
Dossier a cura di Alberto Chiara