25/02/2013
Una serie di norme per fugare ogni dubbio. Con il Motu proprio Normas nonnullas, pubblicato oggi, Benedetto XVI conserva «l'indicazione di quindici giorni» dall'avvio della "sede vacante" prima di iniziare il Conclave, ma concede al Collegio dei cardinali «la facoltà di anticipare l'inizio del Conclave se consta la presenza di tutti i cardinali elettori» a Roma, e ribadisce che l’attesa per gli assenti possa essere protratta oltre un massimo di 20 giorni. Lo ha spiegato il vice-camerlengo, monsignor Pierluigi Celata.
La lettera apostolica pubblicata oggi e firmata 22 febbraio ribadisce anche che nessun cardinale può essere privato per alcun motivo “o pretesto” sia dell’elettorato attivo che passivo. Per quanto riguarda, invece, il delicato tema della segretezza dei lavori del Conclave si sottolinea che durante tutto il periodo del Conclave “l'intero territorio della Città del Vaticano e anche l’attività ordinaria degli Uffici aventi sede entro il suo ambito dovranno essere regolati, in modo da assicurare la riservatezza e il libero svolgimento di tutte le operazioni connesse con l’elezione del Sommo Pontefice. In particolare si dovrà provvedere, anche con l'aiuto di Prelati Chierici di Camera, che i Cardinali elettori non siano avvicinati da nessuno durante il percorso dalla Domus Sanctae Marthae al Palazzo Apostolico Vaticano”.
Nel caso in cui chiunque, per qualunque motivo sia venuto a conoscenza di “atti propri dell'elezione e, in modo particolare, di quanto attiene agli scrutini avvenuti nell'elezione stessa” è obbligato a stretto segreto con la pena della scomunica latae sententiae in caso di violazione. Infine, per chiarire meglio cosa succede nel caso in cui dopo i primi 34 scrutini nessuno ottenga la maggioranza dei due terzi, il Motu proprio stabilisce che i due più votati (ai quali si restringe il voto) dovranno ottenere sempre la maggioranza dei due terzi. I due cardinali non avranno però l’elettorato attivo, non potranno perciò votare se stessi.
Annachiara Valle