04/07/2011
Il plastico donato al Papa dall'architetto Calatrava.
«Con questa iniziativa vogliamo metterci sulla scia del dialogo tra
fede e arte», ha detto il cardinale Ravasi, presentando la mostra internazionale dedicata ai sessant'anni di sacerdozio di Benedetto XVI. Il primo ad aver
avvertito il bisogno di un ripensamento estetico era stato negli anni
Sessanta Paolo VI, il quale aveva voluto costituire una Galleria
d’arte moderna e contemporanea all’interno dei musei vaticani. Mentre è
di Giovanni Paolo II la Lettera agli artisti, scritta nel
1999, in cui si sottolinea la necessità di una «feconda alleanza» tra
Vangelo e arte, perché «l’arte, anche al di là delle sue espressioni più
tipicamente religiose, quando è autentica ha una profonda affinità con
il mondo della fede».
L’evento inaugurato ieri si lega all’incontro voluto da Papa Ratzinger
con duecentocinquanta artisti provenienti da ogni parte del mondo il 21
novembre 2009, per manifestare la sua disponibilità e apertura a un
nuovo dialogo. Durante quel «summit» nella Cappella Sistina, il
Pontefice, citando sant’Agostino, «cantore innamorato della bellezza»,
rifletteva sul destino ultimo dell’uomo e sull’importanza che gli
artisti si ispirassero a un’arte, nutrita dalla sincerità del cuore e
così capace di testimoniare bellezza.
Il disegno della cattedrale di Evry di Mario Botta.
Dalla Grecia al Brasile
Gli artisti che hanno contribuito alla mostra "Lo splendore della verità, la bellezza della carità", interpretano al meglio questo spirito. Tra i nomi presenti, lo scultore greco Jannis Kounellis e il
messicano Gustavo Aceves, l’architetto spagnolo Santiago
Calatrava, il musicista messicano Leandro Espinosa.
L’architetto svizzero Mario Botta ha inviato un disegno della
cattedrale di Evry (a 35 km da Parigi) «a testimonianza della continuità
nella millenaria cultura cristiano-occidentale».
Il maestro
dell’architettura brasiliano Oscar Niemeyer, ancora attivo
nonostante i suoi 103 anni, ha fatto pervenire il modello del campanile
della nuova cattedrale di Belo Horizonte, nello stato di Minas Gerais,
in Brasile, ora in costruzione, «perché voleva che il Papa lo
vedesse», ha dichiarato il cardinale Ravasi.
Lo zucchetto in oro bianco di Giulio Manfredi.
Poeti, architetti, registi e musicisti
Sono tanti anche gli italiani illustri che partecipano all’evento:
l’architetto Renzo Piano ha donato un bozzetto originale della
chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo; il regista Pupi
Avati ha realizzato un video con cui è stata aperta la mostra; di Ennio
Morricone è esposto uno spartito ispirato alla Via Crucis, a forma
di croce, con una parte scritta in orizzontale e un’altra in verticale.
È
dell’artista Giulio Manfredi uno zucchetto in oro bianco con sei
stelle illuminate da brillanti: “Il settimo splendore”, ispirato ai
versi di Dante. «Leggendo la Divina Commedia», commenta Manfredi,
«ho capito che il settimo splendore è quando si attraversa la soglia tra
il mondo e il vero unico cielo che ci aspetta, quello di Dio. In
Paradiso, Beatrice, nel settimo cielo, ne perde il sorriso: ma questo
non significa aver smarrito la gioia quanto aver acquistato una
profondità spirituale che chiede solo silenzio e luce, i segreti che ho
voluto ritrovare nel mio regalo a Sua Santità».
Vi sono interventi dei
poeti Roberto Mussapi e Davide Rondoni, dello scrittore Luca
Doninelli, del fotografo Gianni Berengo Gardin e anche di Oliviero
Rainaldi, lo scultore del controverso omaggio a Papa Wojtyla (alla
stazione Termini di Roma).
Ginevra Petrolo