La Bibbia scende in piazza

Dal 31 maggio al 9 giugno torna il Festival tutto dedicato alle Sacre Scritture, promosso dalla diocesi di Vicenza e dalla Società San Pan Paolo. Appuntamenti in 15 città del Veneto.

Don Raimondo Sinibaldi: «Sulle orme dell'uomo Gesù»

31/05/2013
Le grotte di Qumran, in Israele, non lontano dal Mar Morto.
Le grotte di Qumran, in Israele, non lontano dal Mar Morto.

Torna anche quest’anno, all’interno del Festival Biblico, l’incontro “Linfa dell’ulivo”, organizzato dall’Ufficio pellegrinaggi della diocesi di Vicenza. Ci parla di quest’iniziativa don Raimondo Sinibaldi, direttore dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi di Vicenza.

– Cosa avete ideato per questa edizione?

«La proposta che presentiamo quest’anno all’interno di un “contenitore” che si chiama “Linfa dell’ulivo” è quella di fornire un metodo per capire come leggere la Bibbia, un metodo che chiamiamo contestuale. In sintesi: se capisco sempre di più e bene il contesto storico, religioso, geografico, archeologico di ciò che leggo, acquisirò ancor più elementi utili per comprendere meglio quel testo, altrimenti lo leggerò e lo interpreterò soltanto con le mie categorie culturali occidentali, che sono molto diverse da quelle semitiche. Con il rischio, inoltre, di dare alla lettura una prospettiva di carattere moralistico, se si rimane sganciati dal contesto. Maggiore conoscenza del testo vuol dire, dunque, che la forza della Parola, messa maggiormente in evidenza, potrà interpellare di più la vita delle persone. Il secondo criterio di “Linfa dell’ulivo”, strettamente legato al metodo contestuale di lettura della Bibbia, rappresenta proprio il motivo per cui abbiamo invitato archeologi, esperti in linguistica e in varie discipline legate al mondo biblico a parlare per fornire una maggiore conoscenza dei luoghi della Bibbia. Terzo elemento importante: il tema di quest’anno del Festival è fede e libertà».

«Noi, da questo punto di partenza, vogliamo affrontare il tema molto delicato che riguarda la fede di Gesù. Perché, di solito, si guarda a Gesù come vero Dio e non come vero uomo. Certo, lui conosceva tutte le cose in quanto figlio di Dio e così, spesso, il lato umano viene quasi messo in second’ordine. Vorremmo capire, dunque, come si è formata ed evoluta la fede di Gesù all’interno di questo contesto specifico. Ne parleremo partendo dal luogo del battesimo di Gesù, vicinissimo proprio a Qumran, per poi passare ad altri luoghi vicini, come Masada e porre l’accento, quindi, sugli accadimenti della zona: la fede fondamentalista e rivoluzionaria, cioè un messianismo che non è proprio di Gesù, che è quello, invece, della consolazione. Questa zona, inoltre, è a cavallo tra Israele, la Palestina e la Giordania, cioè del luogo del battesimo di Gesù e dove troviamo la comunità degli Esseni. Questa è l’idea di fondo della nostra iniziativa di quest’anno che verrà indagata dai nostri relatori».

– Viene anche ripresa e aggiornata la questione relativa ai rotoli del Mar Morto. Chi interviene? Su quali profili?

«Su quest’argomento sono previste le relazioni di tre esperti. Il primo è Marcello Fidanzio, dell’Istituto di cultura e archeologia delle terre bibliche presso la facoltà di Teologia dell’Università di Lugano, che è impegnato nello studio della ceramica di Qumran, importantissima per datare i rotoli stessi. È come mettere sotto l’ascella un termometro che ci dice qual è la nostra temperatura. Lo studio della ceramica di Qumran ci può, dunque, far capire meglio la datazione dei rotoli. Simone Paganini, ordinario di teologia biblica ad Aquisgrana, invece, evidenzia l’aspetto del collegamento tra Giovanni Battista, Gesù e gli Esseni. Mentre il teologo tedesco Rainer Riesner, grande conoscitore del Mar Morto, indaga il nesso tra ciò che è stato trovato a Qumran e il modo di essere maestro di Gesù, il divenire della fede di Gesù a partire da ciò che è stato trovato a Qumran».

– Lei crede che possano esserci novità?

 
«Io spero che ci siano: la questione Qumran è conosciuta, ma in questa occasione potrebbero esserci delle nuove notizie. La realtà è in movimento e i tre studiosi stanno ancora operando sul campo».

Manuel Gandin

Dossier a cura di Alberto Chiara
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