06/04/2013
Alla riscoperta del Vangelo vissuto giorno per giorno. Tra le
fatiche, le gioie, i dolori, i pensieri che assillano tutti e ciascuno a
scuola, in ufficio, in fabbrica, a casa. La religiosità “del popolo”, che
talvolta può essere riduttivo definire soltanto “popolare”, è molto radicata in
Italia. Di essa, al netto di alcune esagerazioni, il Paese può e deve
andare fiero perché, se cordialità e misericordia sono ancora virtù apprezzate
e praticate da molti, lo si deve proprio a un cuore che è stato alimentato da
questo diffuso sentimento di fede.
A tutto questo vasto mondo desideriamo dare voce, volto e dignità di stampa.
Dal
4 aprile una nuova rivista, Credere, affianca
altre due testate pubblicate dalla Periodici San Paolo (il settimanale Famiglia
Cristiana e il mensile Jesus)
differenziandosi proprio per il suo dichiarato intento di
raccontare la fede “semplice”. La fede di un popolo. Il nostro. Non
una fede astratta, beninteso. Ma una fede viva. Incarnata. Che sa farsi
comunione: gli uni a fianco degli altri verso un comune destino eterno.
Il settimanale
Credere punta, inoltre, a valorizzare esperienze di
fede, eccezionali nella loro normalità, vissute in famiglia, in classe, sul
posto di lavoro, in parrocchia, in un gruppo ecclesiale. Intendiamo portare
alla ribalta realtà diverse con lo spirito dei compagni di viaggio, senza
ergerci a maestri di nessuno.
Saverio Gaeta, Vicedirettore di Credere.
Il giornale è stato concepito proprio con questo intento, dall'editoriale
d'apertura, non a caso intitolato Insieme, all'ultima pagina, volutamente
chiamata Ite misse est, perché quel "La Messa è finita, andate in
pace" invita a rimboccarsi le maniche e a incamminarsi nel mondo,
continuando a condividere anche all’esterno della chiesa l’esperienza di
bellezza e di “gioia della fede” (come abbiamo voluto scrivere nel sottotitolo
della testata), per raccontarci lungo le vie del mondo i segni dell'amore che
salva.
Saverio Gaeta,
Vicedirettore di Credere
Dossier a cura di Fulvio Scaglione e Alberto Chiara