Pax Christi: è l'ora della nonviolenza

Sotto il segno di don Tonino Bello, il Movimento si rinnova per essere ancora di più a servizio dell’impegno per i beni comuni e per una politica che parta dai diritti sociali

Su nuovi sentieri di pace

28/04/2013
a sinistra José Henriquez, segretario generale di Pax Christi International, a destra monsignor Mariano Crociata, segretario della Cei (foto Antonello Sacchi)
a sinistra José Henriquez, segretario generale di Pax Christi International, a destra monsignor Mariano Crociata, segretario della Cei (foto Antonello Sacchi)

Nella "bisaccia" (come hanno chiamato le tesi di lavoro) hanno messo documenti, video, iniziative, esperienze. A Roma, dal 26 al 28 aprile, circa 200 partecipanti sono arrivati per discutere del corso nuovo da dare al movimento a 50 anni dalla Pacem in terris e a 20 dalla morte di don Tonino Bello, presidente di Pax Christi dal 1985 al 1993, anno della sua scomparsa. Con il titolo È l'ora della nonviolenza!, guidati dal presdiente nazionale monsignor Giovanni Giudici e dal coordinatore don Nandino Capovilla, gli aderenti al movimento sono partiti dall'invito di monsignor Mariano Crociata, segretario della Cei, che li ha esortati a fare memoria «del radicamento nel Vangelo e nella Chiesa», a testimoniare la propria fede, a essere profeti. «A tutto il movimento cattolico per la pace, a ciascuno di voi l’augurio di incontrare sempre più in profondità l’amore che educa e forma al dono della propria vita. E di pace sarete davvero costruttori». All’Istituto Seraphicum, che ha accolto i congressisti, si è discusso di come «farsi carico di coloro che vivono nelle periferie esistenziali», continuando ad attingere alla Dottrina sociale della Chiesa, «di come continuare a parlare di dignità della persona umana; di carattere sacro della vita; del ruolo centrale della famiglia; dell’importanza dell’istruzione; della libertà di pensiero, di parola, di professione religiosa». Va sempre ricordato, è una delle conclusioni del congresso, che «la pace è frutto di quella giustizia che consente lo sviluppo di ogni persona e della cultura di ogni popolo». Un impegno che riguarda tutti da vicino. Di fronte a ciò che accade e all'impegno che serve per custodire il creato, costruire giustizia, abolire la guerra, non possiamo tirarci indietro. Ciascuno di noi, è stato il monito del vicepresidente Sergio Paronetto «deve porsi tre domande: se non ora, quando? Se non qui, dove? Se non io, chi? E poi rimboccarsi le maniche e cominciare a lavorare».

Annachiara Valle
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