29/10/2012
Stéphane Lissner, il sovrintendente del Teatro alla Scala. Lascerà l'incarico nel 2015.
Che Teatro alla Scala ritroverà Claudio Abbado il 30 novembre? Anche da questo punto di vista è passata talmente tanta acqua sotto i ponti (non solo del Teatro, ma della cultura italiana, dell’economia, della stessa organizzazione dell’Ente diventato una Fondazione) da rischiare di non riconoscerlo più: e non solo per via del restauro della struttura.
Ma Abbado torna nell’era Stéphane Lissner, il sovrintendente che ha cambiato la fisionomia del più famoso teatro lirico del mondo. Un’era che però è destinata a concludersi. Nel 2015, anno dell’Expo, Lissner lascerà il suo incarico per trasferirsi all’Opéra di Parigi. Non senza polemiche, visto che il suo contratto sarebbe scaduto nel 2017. Qualcuno osserva che fino ad allora sarà un sovrintendente a metà servizio, visto che dovrà comunque essere presente anche a Parigi. Lui rassicura, ma intanto si pensa alla successione.
La politica tornerà ad alzare la voce? Succederà qualche cosa di simile al Teatro Massimo di Palermo, in questi giorni al centro di una polemica perché il nuovo sindaco ha chiesto le dimissioni del sovrintendente Cognata, un uomo che ha fatto rinascere il teatro e pareggiato i conti? O si procederà ad una scelta “competente”? E che ne sarà di Daniel Baremboim, il direttore musicale, che secondo alcuni è molto più legato a Berlino piuttosto che a Milano? E con i tanti direttori italiani di prestigio nel mondo, primo fra tutti Daniele Gatti, non è pensabile una soluzione italiana? Interrogativi, ai quali si aggiungono le incertezze economiche e le sicurezze su quanto la cultura, l’arte, il patrimonio possano significare per il nostro Paese.
In attesa delle risposte, ecco la Stagione 2012-2013, facile da riassumere: Wagner e Verdi. Si festeggiano i bicentenari della loro nascita ed il cartellone si adegua. Nella tarda primavera sarà anche rappresentato il Ciclo completo dell’Anello del Nibelungo: le 4 opere wagneriane più amate dai fautori del genio tedesco. E poi balletto, concerti, solisti per un totale di 280 spettacoli. Ma l’attenzione è per quel che succederà dopo.
Giorgio Vitali