28/03/2013
Walter Chiari è padre in "Giovedì" di Dino Risi.
Scontato che psicanalisi e psicologia si siano occupate a fondo della paternità, essendone uno dei fondamenti insuperabili. Di grande interesse sono gli esiti dell'indagine di Massimo Recalcati, da poco in libreria con Il complesso di Telemaco (Feltrinelli), testo che merita ben altro approfondimento (che i lettori troveranno più avanti in questo stesso sito). Dopo i saggi Cosa resta del padre? e Ritratti del desiderio (entrambi Raffaello Cortina), nei quali lo psicanalista aveva per così dire elaborato la sua diagnosi - centrata sull'"evaporazione" del padre e sul desiderio come motore vitale - l'autore tenta qui di suggerire una terapia, racchiusa nel nome del titolo: Telemaco. Chi è Telemaco, che cosa rapresenta? Non è Edipo, irretito in un rapporto conflittuale e distruttivo con il padre (la Legge, l'Ideale, la Norma), e nemmeno Narciso, quel profilo piscologico-sociale, tanto in voga oggi, che si consuma nella contemplazione fine a se stessa della propria immagine.
È colui che sta in attesa del padre, del suo ritorno a casa, devastata dalla "notte dei Proci". Attende forse un padre eroe, arriverà invece un padre capace, con la propria testimonianza (concetto chiave del testo) di riacquisire il suo Regno. Quale ruolo ha, in tutto ciò, il figlio? Quello del giusto erede, ovvero di colui che, con un'iniziativa dinamica e creativa, si fa erede, si rende erede del Regno del padre: non un bene, che viene semplicemente trasferito da un soggetto all'altro, bensì un'eredità piscologico-spirituale che libera e costruisce il figlio. È nell'incontro tra testimonainza del padre e capacità di ereditare del figlio che si delinea un nuovo e positivo modello, non solo della relazione famigliare, ma di uno stare consapevole nel mondo.
La connessione della dimensione individuale-familiare e di quella sociale-politica connota anche il saggio in uscita Il padre necessario di Claudio Risé (Ares): il recupero della figura paterna è necessario all'autonomia del figlio e del cittadino consapevole.
Paolo Perazzolo